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Quanto tempo ho per versare un assegno circolare?

21 Aprile 2021
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Quanto tempo ho per versare un assegno circolare?

Termine per versare l’assegno circolare sul proprio conto: dopo quanto tempo scade?

Quando si riceve un assegno circolare bisogna fare in modo di incassarlo prima che scada se non si vogliono perdere le somme in esso riportate. L’assegno circolare è una sorta di deposito bancario, ma con la differenza che ha un termine di validità. Di qui una domanda tutt’altro che banale: quanto tempo ho per versare un assegno circolare? Detto con parole differenti: entro quanto tempo si deve portare all’incasso l’assegno circolare?

Cerchiamo di fare il punto della situazione, partendo innanzitutto dalla definizione di assegno circolare e dal suo funzionamento. Comprenderemo inoltre come l’utilizzo di tale strumento può servire a distrarre dal proprio patrimonio determinate somme di denaro, evitando che le stesse possano essere intercettate dai creditori e pignorate. Ma procediamo con ordine e vediamo quanto tempo si ha per versare un assegno circolare.

Indice

1 Come funziona l’assegno circolare
2 Dopo quanto tempo scade un assegno circolare?
2.1 Termine ultimo per incassare l’assegno circolare
2.2 Termine oltre il quale l’emittente può revocare l’assegno circolare
3 L’assegno circolare per non pagare i creditori

Come funziona l’assegno circolare

A differenza dell’assegno bancario, l’assegno circolare non viene emesso dal titolare del conto corrente ma dalla banca.

La banca rilascia l’assegno circolare su richiesta del proprio cliente dopo che questi ha versato allo sportello l’importo indicato sull’assegno stesso. In questo modo, l’assegno circolare diventa una sorta di sostituto dei contanti, che può essere ceduto proprio al pari delle banconote.

Tanto per fare un esempio, se una persona deve versare 10 mila euro a un’altra, può rivolgersi a una banca e chiedere il rilascio di un assegno circolare di pari importo dopo aver versato tale somma dal proprio conto in favore dello stesso istituto di credito.

Chi riceve l’assegno circolare avrà inoltre la sicurezza della sua copertura in quanto, come detto, la banca ne subordina l’emissione al previo deposito delle somme, che custodisce presso i propri forzieri.
Dopo quanto tempo scade un assegno circolare?

Vediamo ora quanto tempo c’è per versare un assegno circolare prima di perdere la somma in esso riportata. Ci sono due diversi termini da tenere in considerazione. Li prenderemo in esame qui di seguito.
Termine ultimo per incassare l’assegno circolare

In linea di massima, l’assegno circolare scade dopo tre anni, dopo i quali la somma viene accantonata dalla banca nel cosiddetto «fondo dormienti». Solo chi ha emesso l’assegno può recuperare l’importo una volta scaduti i tre anni, e può farlo entro massimo 10 anni, dopodiché anche il suo diritto cade in prescrizione.

Invece, il possessore dell’assegno non può più recuperare l’importo in questione già dopo il terzo anno. Quindi, per versare l’assegno circolare sul proprio conto non bisogna far scadere questo termine.

La scadenza del termine di 3 anni e l’impossibilità di incassare l’assegno non fanno certo venir meno l’eventuale credito del possessore dell’assegno nei confronti di chi glielo ha consegnato, ma renderà più impervio il cammino del recupero del credito. Egli infatti non avrà più un titolo esecutivo (che gli avrebbe altrimenti consentito di avviare direttamente un pignoramento), ma dovrà procurarselo con una causa ordinaria o (in presenza di altra prova scritta) con una richiesta di decreto ingiuntivo.
Termine oltre il quale l’emittente può revocare l’assegno circolare

Dicevamo che c’è un secondo termine da tenere in considerazione se si vuole incassare l’assegno circolare senza problemi. Chi ha richiesto e ottenuto l’assegno, con l’intenzione di darlo poi al proprio creditore, può infatti revocare l’assegno stesso dopo 8 giorni (se la banca emittente è nello stesso Comune in cui si trova il possessore dell’assegno) o dopo 15 giorni (se si trova in un diverso Comune).

Scaduti tali termini, l’emittente può dunque revocare l’assegno senza che il beneficiario – già venutone in possesso – possa opporsi. Certo, quest’ultimo potrà poi agire nei confronti del primo ma, come detto nel precedente paragrafo, dovrà avviare una causa o un ricorso per decreto ingiuntivo.

Dunque, il consiglio è che, per incassare l’assegno circolare, non bisognerebbe mai attendere più di 8-15 giorni, rischiando diversamente che il titolo venga revocato dall’emittente. Ma, come anticipato, se quest’ultimo non dovesse revocarlo, la banca resta tenuta a mantenere ferme le somme per 3 anni.
L’assegno circolare per non pagare i creditori

L’assegno circolare può avere anche la funzione di sottrarre il denaro ad un eventuale pignoramento. Difatti, nel momento in cui si chiede l’emissione dell’assegno, l’importo fuoriesce dalla disponibilità del richiedente per entrare invece nel patrimonio della banca. A fronte di ciò, la banca emette il titolo, che potrebbe essere intestato allo stesso richiedente o ad un terzo compiacente. Le somme restano così accantonate presso l’istituto di credito, senza che nessuno possa venire a conoscenza dell’esistenza dell’assegno circolare. Nessuno potrà pignorare né l’assegno circolare, né tantomeno le somme depositate presso l’Istituto di credito. Il prenditore dell’assegno poi potrà portarlo all’incasso dopo qualche anno – come visto non dopo tre anni – in tal modo rientrando nella disponibilità delle proprie somme, avendole nel frattempo distratte dall’eventuale azione esecutiva del creditore.

Visto su: La legge per tutti

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