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Si può cambiare garante per un finanziamento?

20 Dicembre 2021
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Nel caso in cui il fideiussore avesse dei problemi economici o si rovinasse il rapporto con il mutuatario, è possibile far subentrare un sostituto?

Chi ha bisogno di un mutuo e non ha un lavoro fisso (o non ce l’ha per niente) deve, comunque, offrire una garanzia alla banca che eroga il finanziamento. In mancanza di una busta paga o di un’entrata fissa, nella maggior parte dei casi, viene chiamato un garante, cioè una persona in grado di intervenire quando il titolare del mutuo non riesce a pagare le rate. Il problema potrebbe sorgere nel caso in cui, ad un certo punto, questa persona non abbia più le risorse per «coprire le spalle» al mutuatario oppure abbia, a sua volta, bisogno di un prestito e non dia più le garanzie necessarie. C’è una terza ipotesi, decisamente peggiore, cioè che questa persona venga a mancare. In casi come questi, si può cambiare garante per un finanziamento?

Dipende da ciò che è stato stipulato al momento di firmare il contratto del mutuo. È possibile, infatti, inserire una clausola che preveda questa possibilità e, quindi, che metta il garante nelle condizioni di poter rinunciare in qualsiasi momento al proprio ruolo oppure che consenta al mutuatario di sostituirlo (ad esempio, per un litigio o per una sopravvenuta mancanza di stima o di fiducia).

Che succede, però, se questa clausola non c’è? Raramente si pensa alla possibilità di avere bisogno di un «cambio della guardia» strada facendo, cioè quando il pagamento delle rate è già iniziato da tempo. Senza la clausola, si può cambiare garante per un finanziamento? In teoria sì, ma seguendo diverse procedure che vediamo di seguito.

Indice

1 Chi può fare il garante per un finanziamento?
2 Sostituzione del garante per contratto
3 Sostituzione del garante senza clausola nel contratto
4 Che succede in caso di decesso del garante?

Chi può fare il garante per un finanziamento?

Come anticipato, il garante (o fideiussore) è la persona in grado di intervenire quando il titolare di un finanziamento (un mutuo, un prestito) non riesce a far fronte alle rate da pagare al finanziatore (di solito alla banca). Si tratta, dunque, di una sorta di «terzo uomo» o di «debitore di riserva» che subentra quando il mutuatario ha «finito la benzina».

Normalmente, si tratta di una persona di famiglia o, comunque, di estrema fiducia. Non occorre, infatti, che debba essere per forza un parente di chi ha chiesto il finanziamento. L’importante è che sia in possesso di alcuni requisiti che cambiano di banca in banca ma che, comunemente, si basano su questi aspetti:

il reddito. L’istituto valuta il suo tipo di lavoro (se ha un contratto a tempo indeterminato, se è un imprenditore senza particolari problemi finanziari, ecc.) e su ciò che resta dalle entrate mensili togliendo le spese per il mantenimento della famiglia e per onorare determinati impegni (il debito di una polizza, la rata dell’auto, un eventuale affitto da pagare, ecc.). Ciò che rimane deve essere abbastanza per coprire l’importo della rata nel caso si debba intervenire;
il patrimonio. Vengono considerate le proprietà del possibile garante, in particolar modo quelle immobiliari, anche se non sono ritenute una garanzia accessoria;
l’età. È norma comune che il garante per il finanziamento non superi i 75 anni al momento dell’estinzione del debito. Significa che non potrebbe avallare un mutuo di 20 anni quando è già 60enne, anche se alcuni istituti di credito alzano di 5-10 anni quella soglia se ci sono le condizioni;
le garanzie già prestate. Sarà molto difficile che venga accettata come garante una persona che sta già coprendo un altro finanziamento, come ad esempio un genitore che ricopre quel ruolo sul mutuo di un altro figlio. A meno che si tratti di qualcuno con un patrimonio e un reddito talmente elevati da ritenere che non ci saranno dei problemi nel caso debba pagare le rate a tutti e due.

Per ottenere tutte queste informazioni, la banca può chiedere a chi si offre come garante di un mutuo di mostrare l’ultima dichiarazione dei redditi ed eventuali attestati delle proprietà possedute.
Sostituzione del garante per contratto

Si diceva all’inizio che una delle possibilità per cambiare garante per un finanziamento è quella di sottoscrivere un’apposita clausola nel contratto. Sarebbe buona abitudine parlarne prima con la banca, in modo da mettere le cose chiare nero su bianco e stabilire per iscritto che è consentita la sostituzione del fideiussore.

Ciò non vuol dire, però, che chi subentra al posto del primo garante abbia la strada libera per poterlo fare: il finanziatore ha tutto il diritto di procedere come nel primo caso, cioè di verificare se il sostituto possiede tutti i requisiti necessari per occupare un ruolo così delicato e offrire almeno le stesse garanzie del suo predecessore.

Significa che possono trascorrere anche delle settimane prima che la banca dia il via libera al cambio di garante e che, pertanto, occorrerà pensarci con il tempo sufficiente a non lasciare il mutuo senza garanzie. Concluse le verifiche del caso, bisognerà fare una scrittura privata che attesta la sostituzione a tutti gli effetti e alle stesse condizioni del primo garante.
Sostituzione del garante senza clausola nel contratto

Qui il discorso cambia. Se il mutuatario non ha inserito nel contratto di finanziamento una clausola che preveda la possibilità di cambiare garante, chiedere di farlo mentre sta già restituendo le rate sarà molto difficile. Può anche capitare che l’istituto approvi la sostituzione ma non la persona proposta come fideiussore per mancanza di requisiti. Restano, a questo punto, due alternative.

La prima è fare la sostituzione del mutuo, anche se si tratta di una scelta non proprio economica; occorrerà pagare:

la cancellazione dell’ipoteca del primo mutuo;
l’iscrizione della nuova ipoteca per il secondo mutuo;
l’imposta sostitutiva;
le perizie;
le eventuali penali se previste per l’estinzione anticipata del primo mutuo.

Il lato positivo della sostituzione è che, volendo, si possono rinegoziare le condizioni del nuovo finanziamento e, magari, recuperare almeno una parte delle spese appena elencate.

La seconda opzione è quella della surroga del mutuo. Grazie al decreto Bersani, è un’operazione gratuita. E questa è la buona notizia. Quella meno buona è che non sarà possibile rinegoziarlo come per la sostituzione, quindi alcune clausole resteranno invariate. Inoltre, se le garanzie sono state stipulate in forma extracontrattuale, la banca può accettare l’ingresso di un nuovo garante. Ma se la fideiussione opera in ambito contrattuale, non sarà possibile cambiare garante.

Esiste anche la possibilità di lasciare libero il garante dal suo impegno senza che debba essere sostituito: succede quando le condizioni del mutuatario sono migliorate al punto tale da poter offrire da solo le garanzie necessarie per il finanziamento.
Che succede in caso di decesso del garante?

Se il garante per il finanziamento muore, il contratto di mutuo va comunque avanti, poiché il decesso non estingue la fideiussione. Significa che al suo posto subentreranno automaticamente gli eredi, senza bisogno di fare qualcuna delle pratiche sopra indicate.

Va precisato che gli eredi non possono rinunciare a tale impegno, a meno che rifiutino l’eredità. Dovranno farsi carico pro quota delle eventuali rate da pagare al posto del mutuatario. In altre parole: se la rata è 100 e un erede ha una quota di eredità del 33%, dovrà pagare 33 e non un centesimo in più (per approfondire, leggi anche Cosa succede se muore il garante del mutuo?).
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L’AUTORE: Carlos Arija Garcia

 

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