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Perché molti notai sconsigliano la donazione?

31 Agosto 2022
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In quali casi la donazione lede i diritti degli eredi e dei creditori? Azione di riduzione, azione di restituzione e revocatoria: come funzionano?

La donazione è quel contratto con cui una persona regala a un’altra un proprio bene. È il caso del padre che dona una casa al figlio. Proprio perché si tratta di un trasferimento gratuito, fatto senza ricevere nulla in cambio, la legge impone che la donazione si faccia per iscritto davanti al notaio, in modo che questi possa verificare la genuinità della volontà del donante. Ma perché molti notai sconsigliano la donazione?

A questa domanda non può rispondersi in maniera esauriente se non si fa presente un aspetto molto importante: per la legge, la donazione è come un anticipo di successione. In altre parole, le donazioni fatte agli eredi vanno scomputate dalla quota di eredità che loro spetterebbe per legge. Per non parlare delle donazioni fatte a soggetti che non sono familiari né parenti: in questo caso, quanto regalato potrebbe essere reclamato dagli eredi la cui quota di legittima non è stata rispettata. Si comincia quindi a capire perché molti notai sconsigliano la donazione. Approfondiamo ulteriormente la questione.

 

Indice

1 Donazione: che cos’è?
2 Donazione: come si fa?
3 Donazione ed eredità: quali sono i rapporti?
3.1 Azione di riduzione contro la donazione
4 Donazione: i creditori possono opporsi?
4.1 Azione revocatoria contro la donazione
5 Donazione: perché molti notai la sconsigliano?

Donazione: che cos’è?

Come anticipato, la donazione è un contratto con cui una persona (donante) si impoverisce per arricchirne un’altra (donatario), privandosi di un proprio bene oppure assumendosi un obbligo nei suoi confronti [1].

È il caso del genitore che regala una casa o un’auto al proprio figlio, del nonno che regala 500 euro al nipote oppure dell’uomo che decide di pagare il debito del fratello.

Caratteristica principale della donazione è lo spirito di liberalità che muove il donante, il quale quindi, nel fare il proprio regalo, non ha secondi fini né l’intento di trarre qualche guadagno dal proprio gesto.
Donazione: come si fa?

La donazione si fa davanti al notaio, in presenza di due testimoni. Per la donazione occorre quindi l’atto pubblico, necessario affinché il pubblico ufficiale (cioè, il notaio) verifichi che l’atto sia effettivamente stipulato per spirito di liberalità.

La presenza del notaio è fondamentale soprattutto per un altro aspetto, e cioè per evitare donazioni illegali che possono poi essere impugnate dagli eredi che ritengono di essere stati lesi nei propri diritti.

La donazione non necessita dell’atto pubblico solamente quando è di modesta entità, tenuto conto anche delle condizioni economiche del donante.

Un milionario che dona mille euro alla sua cameriera si priva di una somma per lui ridicola, esonerandolo dall’obbligo di ricorrere al notaio per formalizzare la liberalità.

Donazione ed eredità: quali sono i rapporti?

Come ricordato in premessa, donazione ed eredità sono strettamente legati tra loro, in quanto la legge considera la donazione una sorta di anticipo sull’eredità. Cosa significa ciò? Vuol dire che il donante, effettuando una liberalità, si priva di una parte del proprio patrimonio, sottraendola ai suoi futuri eredi.

Ad esempio, se un uomo dona 10mila euro a un suo caro amico, compie sicuramente un atto di generosità ma, allo stesso tempo, impoverisce il suo patrimonio a discapito dei figli.

Per non parlare, poi, della donazione fatta direttamente a uno degli eredi. Se due figli ricevono dal padre entrambi 100mila euro a titolo di eredità, ma uno di essi, quando il genitore era in vita, aveva beneficiato anche di una donazione di 50 mila euro, è chiaro che uno avrà avuto più dell’altro. Di qui il diritto ad “aggredire” la donazione affinché la divisione dell’eredità sia equa.

In pratica, se un erede ritiene di essere stato privato o semplicemente leso della sua quota di legittima per effetto di una o più donazioni effettuate in vita dal defunto a favore di altri soggetti (che siano altri eredi o meno), può far valere il proprio diritto all’ottenimento dell’intera quota di legittima a lui spettante mediante un’apposita azione giudiziaria: l’azione di riduzione.
Azione di riduzione contro la donazione

L’azione di riduzione va proposta dopo la morte del donante. Se il donatario, nel frattempo, ha ceduto a terzi l’immobile che aveva ricevuto in donazione, il legittimario (solo se ed in quanto il donatario non abbia altri beni sui quali soddisfare le proprie ragioni) può chiedere ai successivi proprietari la restituzione del bene (azione di restituzione).

L’azione di riduzione proposta dagli eredi si prescrive in 10 anni dalla morte del donante. L’azione di restituzione contro terzi si prescrive invece 20 anni dopo la donazione.

In sintesi, si può stare tranquilli solo qualora siano passati 20 anni dalla donazione e, nel frattempo, non vi sia stata opposizione da parte degli eredi legittimari.
Donazione: i creditori possono opporsi?

La donazione rappresenta un problema non solo per via dei rapporti con l’eredità, ma anche a causa del pregiudizio che può causare ai creditori.

Facciamo un esempio.

Tizio, indebitato fino al collo, per paura di vedersi pignorato tutto, intesta ogni suo bene alla moglie e ai figli. Una donazione del genere pregiudicherebbe i creditori, i quali non avrebbero più alcun patrimonio su cui soddisfarsi. Ecco perché anche i creditori, oltre agli eredi, possono agire contro la donazione, nello specifico con l’azione revocatoria.
Azione revocatoria contro la donazione

L’azione revocatoria proposta dai creditori del donante si prescrive in 5 anni dalla data dell’atto. I creditori, per rendere inefficace nei loro confronti la donazione, devono anche dimostrare che il debitore si sia spogliato dei suoi beni consapevolmente, cioè per sfuggire ai propri debiti.
Donazione: perché molti notai la sconsigliano?

È quindi chiaro perché i notai sconsigliano la donazione: essa può essere posta nel nulla sia dagli eredi mediante l’azione di riduzione, sia dai creditori con l’azione revocatoria.

Proprio perché la donazione è a rischio di un’impugnazione che la renda inefficace, rivendere un bene ricevuto in regalo è difficile.

Come visto, l’erede insoddisfatto può aggredire il bene che è fuoriuscito dal patrimonio ereditario anche se quest’ultimo è stato trasferito a un altro soggetto, diverso dal donatario.

Ad esempio, chi vuole acquistare una casa comprandola da chi l’ha ricevuta in donazione, dovrà fare attenzione e verificare che la donazione non abbia leso i diritti dei creditori e, soprattutto, degli eredi; solo così potrà stare tranquillo e acquistare in sicurezza l’immobile.

Ecco perché la presenza del notaio al momento della donazione è fondamentale: il notaio impedisce infatti di effettuare una liberalità violando la legge.

Visto su: La legge per tutti

 

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