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Affitto: cosa succede alla morte dell’inquilino?

12 Giugno 2023
Affitto: cosa succede alla morte dell’inquilino?
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Il decesso dell’Inquilino non interrompe il contratto di affitto. Scopriamo quali sono le conseguenze e gli effetti legali in caso di successione nella locazione e come si procede in tali circostanze.

Non capita di rado di chiedersi cosa succede al contratto di affitto dopo la morte dell’inquilino. L’apertura della successione e i rapporti con gli eredi potrebbero infatti comportare spiacevoli sorprese per il locatore il quale potrebbe trovarsi ad affrontare non solo la morosità dei canoni scaduti ma anche la difficoltà nello sgombrare l’immobile dagli effetti personali e dalla mobilia del precedente inquilino. Come ci si deve comportare in questi casi? Le domande che vengono al pettine sono diverse: il contratto si interrompe automaticamente o è necessaria una disdetta? Gli eredi sono tenuti a pagare i canoni di affitto nel frattempo maturati dopo la morte? E che succede con le spese del condominio, con le utenze e gli eventuali arretrati lasciati dal vecchio conduttore?

Questo articolo si propone di chiarire cosa succede al contratto di affitto alla morte dell’inquilino, analizzando le disposizioni legali pertinenti e i principali precedenti giurisprudenziali.

Indice
Cosa prevede la legge nel caso di morte dell’inquilino?
Quali sono le comunicazioni obbligatorie in caso di decesso dell’inquilino?
Gli eredi devono dare la disdetta al locatore?
Quali sono gli obblighi degli eredi?
Cosa accade in caso di separazione o divorzio e successiva morte dell’inquilino?

Cosa prevede la legge nel caso di morte dell’inquilino?
La legge stabilisce che, in caso di decesso dell’inquilino, i suoi eredi subentrano nel contratto di affitto a uso abitativo.

In particolare, i soggetti che succedono nella locazione sono: il coniuge, la parte dell’unione civile, gli eredi e i parenti e affini con lui abitualmente conviventi, il convivente di fatto.

Quali sono le comunicazioni obbligatorie in caso di decesso dell’inquilino?
Gli eredi conviventi dell’inquilino deceduto devono comunicare il loro subentro all’Agenzia delle Entrate, presso la quale il contratto era registrato.

La comunicazione può essere effettuata tramite il modello RLI, indicando i dati anagrafici e il codice fiscale del defunto.

Gli eredi devono dare la disdetta al locatore?
Poiché il contratto di affitto prosegue nonostante la morte dell’inquilino, gli eredi sono tenuti a dare disdetta al locatore per evitare il tacito rinnovo.

A ben vedere, in tali ipotesi si può configurare una giusta causa di recesso che consente di interrompere il contratto senza dover attendere la naturale scadenza, con il solo obbligo di dare il preavviso di sei mesi.

Quali sono gli obblighi degli eredi?
Gli eredi devono pagare:

tutti i canoni di locazione scaduti prima della morte dell’inquilino e non corrisposti dal conduttore con le relative spese condominiali (i cosiddetti «oneri accessori»): in tali casi ciascun erede risponde del debito nei limiti della propria quota, senza rispondere dell’eventuale inadempimento degli altri eredi;
tutti i canoni di locazione scaduti dopo la morte dell’inquilino e le relative spese condominiali: in tal caso però si ha una responsabilità solidale, sicché il locatore può rivolgere la domanda di pagamento a ciascun erede per l’intero importo, fermo restando l’obbligo di quest’ultimo di rivalersi poi sugli altri.

Cosa accade in caso di separazione o divorzio e successiva morte dell’inquilino?
In caso di separazione o divorzio, se il diritto di abitare nella casa familiare è stato attribuito dall’autorità giudiziaria a uno dei coniugi, quest’ultimo subentra nel contratto di locazione alla morte dell’ex partner.

Immaginiamo che un avvocato affitti un ufficio per la sua attività professionale e che, purtroppo, muoia improvvisamente. In questo caso, gli eredi possono subentrare nel contratto di affitto. Tuttavia, non hanno l’obbligo di continuare l’attività dello stesso tipo dell’avvocato deceduto.

 

Visto su: La legge per tutti

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