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Quanto tempo dopo la morte si può rinunciare all’eredità?

15 Dicembre 2023
Quanto tempo dopo la morte si può rinunciare all’eredità?
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Termini entro cui rinunciare all’eredità di una persona morta: la rinuncia tacita e la rinuncia espressa.

Una volta che una persona decede, per coloro che sono menzionati nel testamento o, in assenza di testamento, per coloro che sono indicati dalla legge come potenziali eredi si apre la possibilità di scegliere se accettare o rinunciare all’eredità. Nel primo caso tali soggetti subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi del defunto (acquisendo quindi una quota del patrimonio ma anche degli eventuali debiti). Nel secondo caso invece, nonostante il rapporto di parentela stretta, il soggetto non subirà alcun effetto dalla successione. Ma quanto tempo dopo la morte si può rinunciare all’eredità?

La legge non stabilisce un termine entro cui rinunciare all’eredità. Come vedremo a breve infatti, la rinuncia può essere fatta sia in modo espresso che tacito, ossia evitando di effettuare l’accettazione. È proprio dalla prescrizione del diritto all’accettazione che si desume la volontà di rinunciare. Dunque, a ben vedere, non esiste un termine per la rinuncia: o meglio, tale termine si ricava da quello previsto per l’accettazione. Ma procediamo con ordine e cerchiamo di spiegarci meglio con qualche esempio pratico.

Indice
Quanto tempo dopo la morte si può accettare l’eredità?
Come si accetta l’eredità?
Cosa succede se una persona non accetta l’eredità?
Entro quanto tempo si può rinunciare all’eredità?
A cosa deve stare attento chi vuole rinunciare all’eredità?
Come rinunciare all’eredità dopo 10 anni?

Quanto tempo dopo la morte si può accettare l’eredità?
Il diritto ad accettare l’eredità si prescrive in dieci anni che decorrono dall’apertura della successione. L’apertura della successione coincide con la data del decesso. Entro tale termine, dunque, il chiamato all’eredità (colui cioè che è stato “citato” nel testamento o, in mancanza di testamento, che rientra nel novero degli eredi secondo le norme del codice civile) deve manifestare la propria volontà di voler divenire effettivamente erede del defunto.

Come si accetta l’eredità?
La volontà di accettare l’eredità si può manifestare con una dichiarazione espressa rilasciata al notaio (ad esempio quello incaricato della pubblicazione del testamento) oppure al cancelliere del tribunale ove si è aperta la successione (quello del luogo di ultima residenza del defunto). A partire da questo momento il chiamato all’eredità diventa effettivamente erede e, con tale qualifica, oltre a ottenere la proprietà di una quota del patrimonio in successione o (nel caso in cui vi sia un testamento che lo stabilisca) di specifici beni, diventa anche responsabile pro quota delle obbligazioni lasciate pendenti dal defunto.

Ma l’accettazione dell’eredità si può però compiere anche con un comportamento tacito che denoti la volontà di divenire erede del defunto. Tale comportamento potrebbe consistere, ad esempio, nell’utilizzo o nella vendita dei beni del defunto, nella concessione in locazione di un appartamento caduto in successione, nella votazione a una delibera condominiale relativa all’abitazione del defunto, nel prelievo dal relativo conto corrente (anche se per pagare i debiti del defunto), ecc. Abbiamo elencato alcuni esempi in Quali sono gli atti di accettazione tacita dell’eredità.

Anche questi comportamenti quindi implicano l’acquisizione della qualifica di erede, per quanto sia mancata una dichiarazione espressa, con tutte le relative conseguenze sul piano giuridico che abbiamo visto sopra con riferimento all’accettazione espressa.

Cosa succede se una persona non accetta l’eredità?
Il chiamato all’eredità che, entro 10 anni dal decesso del de cuius, non manifesta alcuna volontà decade dal diritto di accettare l’eredità. Egli quindi perde irrimediabilmente la possibilità di divenire erede.

Per legge, il suo comportamento – seppure in assenza di una dichiarazione espressa – si considera come una manifestazione tacita della volontà di rinunciare all’eredità.

Questo però non toglie che il chiamato all’eredità possa, se lo vuole, dichiarare espressamente di rinunciare all’eredità. Potrebbe farlo per eliminare subito qualsiasi dubbio in merito alle sue responsabilità e chiudere, una volta per tutte, ogni possibile problema con gli altri eredi o i creditori del defunto. Vediamo allora come ed entro quanto tempo si rinuncia all’eredità.

Entro quanto tempo si può rinunciare all’eredità?
In teoria non c’è alcun termine per la rinuncia all’eredità. Come si è appena detto, se la rinuncia non viene fatta entro 10 anni dalla morte del defunto, la stessa si presume come già avvenuta. Il termine di 10 anni vale solo per l’accettazione dell’eredità: scaduto tale termine si prescrive il relativo diritto e il chiamato all’eredità si considera automaticamente rinunciante.

Si può comunque rinunciare espressamente all’eredità entro i 10 anni con una dichiarazione rilasciata al notaio oppure al cancelliere del luogo di ultima residenza del defunto. Si tratta, come è facile intuire, delle stesse forme che deve avere l’accettazione espressa dell’eredità.

A cosa deve stare attento chi vuole rinunciare all’eredità?
Il fatto di desumere, dal comportamento inerte del chiamato all’eredità per 10 anni, la sua volontà di rinunciare all’eredità – non vale per chi, alla morte del de cuius, è in possesso dei beni di quest’ultimo. Si pensi a un figlio convivente con il padre. Per tali soggetti infatti sussiste infatti un duplice ed importantissimo onere:

fare un inventario entro tre mesi dalla morte del de cuius;
manifestare, nei successivi 40 giorni dall’inventario, la volontà di rinunciare all’eredità (o di accettarla con beneficio di inventario).
In assenza di uno di questi adempimenti o in caso di ritardo nell’esecuzione degli stessi, il chiamato all’eredità diventa erede puro e semplice. Dunque, in tal caso, si ha lo stesso effetto dell’accettazione tacita dell’eredità.

Pertanto chi vuol rinunciare all’eredità deve stare molto attento alla condizione in cui si trova: se infatti possiede i beni del defunto non può limitarsi a non manifestare alcuna accettazione entro 10 anni ma deve obbligatoriamente fare una rinuncia espressa all’eredità.

Come rinunciare all’eredità dopo 10 anni?
Da quanto appena visto, è chiaro che non c’è alcun bisogno di rinunciare all’eredità dopo 10 anni. E difatti, se entro tale termine non si è manifestata l’accettazione, l’eredità si considera già rinunciata.

Viceversa, se c’è stata nei 10 anni accettazione tacita o espressa dell’eredità o se, qualora in possesso dei beni del defunto, l’erede non abbia redatto l’inventario e poi fatto la rinuncia espressa, non è più possibile rinunciare all’eredità. Difatti, una volta accettata, l’eredità non può più essere rinunciata. L’accettazione è infatti un atto irrevocabile.

Visto su: La legge per tutti

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