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Quanto si spende per intestare una casa?

24 Ottobre 2022
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Il trasferimento della proprietà di un immobile comporta il pagamento delle imposte allo Stato e dell’onorario del notaio, sia in caso di vendita sia in caso di donazione.

Tuo padre vuole intestarti l’appartamento nel quale abita per evitare che alla sua morte possano sorgere problemi legati alla successione con i tuoi fratelli e gli altri familiari. Ma quanto si spende per intestare una casa?

Per stabilire in concreto i costi del passaggio di proprietà di un immobile bisogna tenere in conto una serie di circostanze come ad esempio se si effettua una vendita o una donazione e se, per il ricevente, il bene rappresenta una prima casa o meno.

Di solito, le imposte relative al trasferimento della titolarità di un immobile vanno versate dal beneficiario, il quale deve farsi carico anche del pagamento dell’onorario del notaio, salvo patto contrario. Il cedente, infatti, può decidere volontariamente di rimborsare le spese sostenute dal soggetto che beneficia del passaggio di proprietà. In tal caso, però, è necessario che ci sia il consenso delle parti e un accordo scritto.

Se al notaio incaricato di redigere l’atto di passaggio della proprietà non dovesse venire corrisposto l’onorario, tale professionista potrà rivalersi nei confronti di entrambi i contraenti. Più precisamente, se non riceverà il pagamento da parte del beneficiario, avrà diritto di agire nei confronti del cedente.

Indice

1 Quanto si spende per intestare una casa?
2 Immobile da adibire a prima casa: quanto si spende per intestare il bene?
3 Immobile non adibito a prima casa: quanto costa intestare il bene?
4 L’intestazione di una casa con donazione si può impugnare?

Quanto si spende per intestare una casa?

Le spese per il passaggio di proprietà di una casa constano di due voci distinte:

le imposte da versare allo Stato;
l’onorario del notaio.

La somma va pagata per intero al notaio che, successivamente, si occuperà di versare al Fisco, per conto dell’acquirente, la parte corrispondente ai tributi, liberando il beneficiario dell’acquisto da ogni conseguente adempimento.

È comunque opportuno chiedere al notaio un preventivo per sapere quanto si spende per intestare una casa, all’uopo fornendogli i dati catastali dell’immobile e altre informazioni quali ad esempio:

se si acquista da un privato o da un’impresa;
se l’immobile da acquistare sarà adibito a prima o a seconda casa;
il prezzo pattuito per la compravendita;
se si intende chiedere le agevolazioni fiscali per l’acquisto della prima casa e se c’è un eventuale credito d’imposta;
se ci sono un terreno o un giardino, se questi sono o meno inclusi nelle planimetrie dell’abitazione.

Il notaio è libero di applicare tariffe diverse per quanto attiene al proprio onorario anche se, di solito, per un trasferimento di proprietà mediante donazione la parcella del professionista si aggira intorno ai 900/2.000 euro mentre in caso di vendita si aggira intorno ai 1.500/2.000 euro, posto che il valore dell’immobile sia di circa 100.000 euro.
Immobile da adibire a prima casa: quanto si spende per intestare il bene?

Se il soggetto al quale si intende intestare la casa non è proprietario di altri immobili nello stesso Comune nel quale è ubicato quello da vendere o da donare né di altri beni in Italia acquistati con il “bonus prima casa”, può usufruire di agevolazioni fiscali vantaggiose. A tal fine, deve comunque fissare la propria residenza nel nuovo immobile entro 18 mesi dal rogito e si deve impegnare a non venderlo prima di 5 anni. Inoltre, l’immobile non deve essere di lusso, ovvero non deve ricadere nelle categorie catastali A/1, A/8 o A/9.

Se il trasferimento della proprietà avviene con vendita da parte di un privato le imposte da versare al Fisco sono:

l’imposta di registro pari al 2% del valore catastale dell’immobile;
l’imposta ipotecaria di 50 euro;
l’imposta catastale di 50 euro.

Nell’ipotesi di vendita dell’immobile da parte di un’impresa, le imposte da pagare sono:

l’Iva al 4% del prezzo di vendita dell’immobile;
l’imposta di registro pari a 200 euro;
l’imposta ipotecaria pari a 200 euro;
l’imposta catastale pari a 200 euro.

Su quest’ultimo punto è comunque opportuno evidenziare che, in genere, la vendita di una casa da parte di un’impresa è esente da Iva. In tal caso, le imposte da pagare sono identiche a quelle da versare se il venditore è un soggetto privato. Tuttavia, la medesima impresa può scegliere di assoggettare il trasferimento del bene all’Iva, che si va così ad aggiungere a quelle di registro, catastale e ipotecaria, all’uopo specificandolo nell’atto di vendita.

Invece, se il trasferimento della proprietà avviene con donazione le imposte da pagare sono:

l’imposta sulle donazioni. Più precisamente, detto tributo va corrisposto nella misura del 4%, nei passaggi tra coniugi o tra ascendenti e discendenti, se il valore del bene supera 1 milione di euro, e nella misura del 6%, nei passaggi tra fratelli e sorelle, se il valore del bene supera i 100.000 euro;
l’imposta ipotecaria pari a 200 euro;
l’imposta catastale pari a 200 euro.

Immobile non adibito a prima casa: quanto costa intestare il bene?

Se l’immobile da intestare non viene adibito a prima casa, le imposte da versare al Fisco in caso di vendita da parte di un privato (o di un’impresa con vendita esente da Iva) sono:

l’imposta di registro al 9% del valore catastale dell’immobile, con un minimo di 1.000 euro;
l’imposta ipotecaria di 50 euro;
l’imposta catastale di 50 euro.

Se la parte venditrice dell’immobile è un’impresa, i tributi da pagare sono:

l’Iva al 10% del prezzo di vendita dell’immobile e al 22%, se si tratta di immobili che appartengono alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9;
l’imposta di registro di 200 euro;
l’imposta ipotecaria di 200 euro;
l’imposta catastale di 200 euro.

Nell’ipotesi in cui il trasferimento della proprietà della casa avvenga con donazione, le imposte da versare sono:

l’imposta sulle donazioni. Sul punto vale quanto già detto a proposito della donazione di un immobile da adibire a prima casa;
l’imposta ipotecaria nella misura del 2% del valore catastale dell’immobile;
l’imposta catastale all’1% del valore dell’immobile.

L’intestazione di una casa con donazione si può impugnare?

Al fine di evitare che dietro l’intestazione di una casa con donazione si nascondano truffe nei confronti dei creditori del donante (cioè del soggetto che trasferisce il bene) la legge prevede che, se entro 1 anno dal rogito, tali soggetti trascrivono un pignoramento nei pubblici registri immobiliari, la donazione non assume alcun valore nei loro confronti. In pratica, possono pignorare il bene senza necessità di dovere avviare prima l’azione revocatoria. L’azione revocatoria è comunque sempre consentita nei primi 5 anni dal cambio di intestazione dell’immobile se si vuole rendere inefficace la donazione del bene.

 

Visto su : La legge per tutti

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