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Quanti tipi di comodato esistono?

20 Luglio 2023
Quanti tipi di comodato esistono?
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Le caratteristiche principali del comodato d’uso e le differenze con il mutuo e la locazione. Che cos’è il comodato precario?

Ti è mai capitato di prestare un oggetto a un amico per un certo periodo di tempo? Sicuramente sì. Un libro, un tablet, un telefonino, la macchina o perfino la casa. Ebbene, in tutti questi casi hai stipulato un contratto di comodato. Il comodato è infatti un prestito, visto che chi riceve il bene si obbliga poi a restituirlo. Con questo articolo ci occuperemo di uno specifico argomento: vedremo cioè quanti tipi di comodato esistono.

In effetti, il contratto di comodato è unico; le parti possono tuttavia apporre condizioni specifiche in modo da personalizzarlo per soddisfare le proprie esigenze. Ad esempio, la legge dice che il comodato è “essenzialmente” gratuito; le parti, però, potrebbero stabilire il contrario, dando così vita a un comodato oneroso. È questa solo una delle differenze che esistono tra i diversi tipi di comodato. Approfondiamo la questione.

Cos’è il comodato?
Caratteristiche del contratto di comodato
Quanti tipi di comodato ci sono?
Comodato gratuito e comodato oneroso
Comodato in forma verbale o scritta
Comodato a termine o indeterminato

Cos’è il comodato?
Il comodato è il contratto con cui si presta una cosa a un’altra persona, la quale si impegna a restituirla [1].

A differenza del mutuo, che pure è un prestito, il comodato non ha ad oggetto denaro o altre cose intercambiabili (cosiddetti “beni fungibili”), bensì cose mobili o immobili specifiche, come ad esempio un certo libro, una determinata auto oppure una casa.

Caratteristiche del contratto di comodato
Vediamo più nel dettaglio quali sono le caratteristiche del comodato. Innanzitutto, si tratta di un contratto a forma libera, nel senso che non occorre stipulare alcun accordo scritto perché sia efficace.

Perché il comodato si perfezioni è però fondamentale che la cosa oggetto del prestito venga consegnata. Proprio per questa particolarità, si dice che il comodato è un contratto reale, nel senso che per perfezionarsi non è sufficiente lo scambio di consensi tra le parti bensì il “passaggio” del bene da un soggetto a un altro.

Ad esempio, se si dà in comodato una casa, il contratto è efficace a partire da quando l’immobile è messo a disposizione del comodatario, il quale può quindi entrarvi liberamente.

Lo stesso dicasi per qualsiasi altro bene, come un’auto o un bene mobile: il contratto è perfezionato nel momento in cui colui che ha richiesto il prestito possa disporre della cosa.

Per espressa previsione di legge, il comodato è un contratto essenzialmente gratuito: ciò significa che il comodatario non deve nulla al comodante, il quale pertanto ha diritto solamente alla restituzione della cosa prestata.

Questa caratteristica rende il comodato differente dalla locazione quando ha ad oggetto un immobile: la locazione è infatti onerosa, in quanto l’inquilino che va a vivere in affitto deve pagare il canone mensile al proprietario.

Come anticipato nel precedente paragrafo, poi, il comodato non ha ad oggetto cose sostituibili e intercambiabili con altre (i cosiddetti beni fungibili): se così fosse, si concluderebbe il diverso contratto di mutuo.

Quanti tipi di comodato ci sono?
In base alle caratteristiche concrete del contratto di volta in volta stipulato, si possono avere le seguenti tipologie:

comodato gratuito e comodato oneroso;
comodato in forma verbale oppure scritta;
comodato a termine e comodato a tempo indeterminato.
Analizziamo le differenze tra questi diversi tipi di contratto.

Comodato gratuito e comodato oneroso
Come anticipato, la legge dice che il comodato è un contratto “essenzialmente gratuito”. Cosa significa? Vuol dire che le parti potrebbero prevedere un rimborso spese che il comodatario è tenuto a pagare al comodante. Si parla in questi casi di comodato oneroso.

Ciò accade in genere quando il comodato ha ad oggetto un immobile: in queste ipotesi, infatti, si è soliti stabilire che il comodatario versi al comodante una somma periodica a titolo di rimborso che il proprietario sostiene per le spese dell’immobile, come ad esempio quelle riguardanti le quote condominiali.

Se però l’importo del “rimborso” è talmente elevato da coincidere con un canone a tutti gli effetti, allora si avrà un contratto di locazione, con tutte le conseguenze che ne derivano (obbligo di stabilire un termine e di effettuare la registrazione presso l’Agenzia delle entrate, ecc.).

Comodato in forma verbale o scritta
Come ricordato, il comodato è un contratto a forma libera, con la conseguenza che le parti possono stipularlo anche solo a voce oppure scambiandosi una stretta di mano.

Tuttavia, quando il comodato è oneroso e riguarda un immobile, in genere si preferisce ricorrere alla forma scritta. In questa ipotesi, il contratto va registrato presso l’Agenzia delle entrate entro 20 giorni dalla data dell’atto.

La registrazione può poi diventare essenziale per beneficiare di agevolazioni fiscali (come ad esempio quella sull’Imu).

La registrazione è obbligatoria quando il comodato è citato in un altro atto per cui vige, a sua volta, l’obbligo di registrazione (come il contratto di locazione, ad esempio).

Per registrare il contratto di comodato occorre presentare, presso qualunque ufficio territoriale dell’Agenzia delle entrate, il modello di richiesta di registrazione (modello 69) in duplice copia e la ricevuta del pagamento di 200 euro per l’imposta di registro effettuato con modello F24 (codice tributo 1550).

Oltre all’imposta di registro, per i contratti in forma scritta è dovuta l’imposta di bollo, che si assolve con i contrassegni telematici (ex marca da bollo) aventi data di emissione non successiva alla data di stipula. L’importo dei contrassegni deve essere di 16 euro ogni 4 facciate scritte e, comunque, ogni 100 righe.
Comodato a termine o indeterminato
Infine, il comodato può essere a termine oppure a tempo indeterminato. Secondo la legge, se al comodato non è stato apposto alcun termine, il comodatario è tenuto alla restituzione non appena il comodante lo richieda [2].

Il comodato indeterminato è detto anche “precario” proprio perché il comodatario può essere costretto a eseguire la restituzione in qualunque momento il proprietario lo voglia.

L’apposizione di un termine, quindi, può essere importantissima non solo per garantire la restituzione entro una data certa, ma anche per assicurare al comodatario che potrà godere del bene senza timori di improvvisi ripensamenti del comodante.

 

Visto su: La legge per tutti

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