Quali debiti non si trasmettono agli eredi?
Quali debiti non si trasmettono agli eredi?
Quali debiti del defunto non vanno pagati dagli eredi: dalle sanzioni fiscali alle multe stradali.
Non tutti i debiti del defunto si trasmettono agli eredi. Alcuni di questi, per la loro natura personale, si estinguono con la morte del debitore e non cadono in successione.
Questo significa che, in tali ipotesi, il creditore non potrà pretendere alcunché dagli eredi, sia che questi accettino l’eredità, sia – tanto più – che vi rinuncino.
Qui di seguito, vedremo quali debiti non si trasmettono agli eredi e che non vanno pagati. Spiegheremo cioè quali sono le obbligazioni che la legge classifica come “personali” e che pertanto cessano definitivamente con il decesso del debitore.
In questo modo, sarà più facile stabilire cosa fare alla morte di una persona, nel momento in cui si è chiamati a prendere una decisione in merito all’accettazione o alla rinuncia all’eredità. Ma procediamo con ordine.
Indice
1 Debiti che non si trasmettono agli eredi
2 Sanzioni amministrative
3 Sanzioni tributarie
4 Multe stradali
5 Sanzioni penali
6 Alimenti e assegno di mantenimento
7 Debiti di gioco e scommesse
8 Contratti personali
9 Debiti prescritti
Debiti che non si trasmettono agli eredi
Gli eredi non devono pagare tutti i debiti di natura personale, ossia:
sanzioni amministrative;
sanzioni tributarie;
multe stradali;
sanzioni penali;
alimenti;
assegno di mantenimento;
debiti di gioco e scommesse;
contratti personali.
È poi da escludere il pagamento di tutti i debiti che, nel frattempo, sono caduti in prescrizione.
Qui di seguito, analizzeremo ognuna di queste categorie.
Sanzioni amministrative
Le sanzioni amministrative non cadono in successione perché, nell’ambito del diritto amministrativo (come, del resto, in quello penale), la responsabilità è sempre personale e, dunque, non si estende a soggetti diversi dal trasgressore.
Così, ad esempio, una sanzione per l’emissione di un assegno a vuoto o per una vendita senza le licenze amministrative decade con la morte del trasgressore e non si trasferisce agli eredi.
Sanzioni tributarie
L’omesso, l’irregolare o il tardivo pagamento delle imposte obbliga il contribuente a corrispondere all’amministrazione finanziaria, oltre all’eventuale tributo evaso, le relative sanzioni.
Gli eredi che accettano l’eredità dovranno sicuramente pagare le imposte non versate dal contribuente ma non anche le sanzioni ad esse collegate.
Quindi, nell’ipotesi in cui gli eredi ricevano una cartella esattoriale da parte dell’Agenzia Entrate Riscossione o un accertamento fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate potranno chiedere lo scorporo delle sanzioni dalla parte del tributo, evitando di pagare le prime e versando invece il secondo.
Multe stradali
Le violazioni del Codice della strada – ossia le comuni multe stradali – costituiscono illeciti amministrativi e, come tali, non cadono mai in successione. Gli eredi che, quindi, ricevano una multa per il periodo anteriore al decesso non dovranno pagare l’importo; allo stesso modo, potranno chiedere lo sgravio della cartella esattoriale emessa sul presupposto del mancato pagamento della multa stessa.
Invece, tutte le sanzioni per le violazioni successive al decesso – ad esempio, il mancato rinnovo dell’assicurazione – ricadono sugli eredi.
Sanzioni penali
Anche le sanzioni penali hanno carattere personale e non si trasmettono agli eredi. Quindi, se il defunto ha commesso in vita un reato, la relativa pena pecuniaria non cade in eredità. Con riferimento all’abuso edilizio, tuttavia, l’eventuale ordine di demolizione può essere inflitto anche agli eredi divenuti titolari dell’immobile.
Alimenti e assegno di mantenimento
L’eventuale morte del soggetto obbligato fa cessare l’obbligo di corrispondere l’assegno di mantenimento all’ex coniuge o ai figli.
Da questa perdita economica i figli sono tutelati in quanto eredi legittimari: essi potranno così soddisfarsi sul patrimonio del defunto.
Quanto invece all’ex coniuge, se questi ha ottenuto solo la sentenza di separazione è considerato ancora erede legittimario e potrà quindi soddisfarsi su una quota del patrimonio del defunto. Invece, se è già intervenuto il divorzio, l’ex coniuge perderà sia l’assegno di mantenimento che i diritti di successione. Solo se in grave stato di bisogno, il giudice può assegnare l’obbligo agli eredi di corrispondere all’ex coniuge superstite un assegno periodico. Inoltre, quest’ultimo può ottenere una quota della pensione di reversibilità. Leggi sul punto “Che succede all’assegno di mantenimento se muore il coniuge?“.
Anche gli alimenti a cui eventualmente il defunto era tenuto non si trasmettono agli eredi. Si pensi, ad esempio, al dovere che hanno i figli di correre in soccorso dei genitori in grave stato di bisogno economico o all’obbligo del donatario di versare gli alimenti al donante.
Debiti di gioco e scommesse
I debiti di gioco e scommesse sono detti «obbligazioni naturali»: il loro pagamento non è obbligatorio neanche per colui che li ha contratti. Il loro adempimento infatti è rimesso unicamente a un impegno morale ma non giuridico. Di conseguenza, tali debiti non cadono in successione. Gli eredi possono quindi tranquillamente accettare l’eredità anche se il defunto era colmo di debiti derivanti dal gioco d’azzardo. Non potranno però esigere la restituzione dei pagamenti già fatti dal defunto prima del decesso.
Contratti personali
Alcuni contratti hanno natura personale: vengono cioè stipulati in ragione delle particolari qualità del contraente. Si pensi alla commissione di un quadro o di un abito su misura a un sarto pregiato. Tali contratti cessano con la morte del contraente e gli eredi non sono quindi tenuti a rispettarli. Tuttavia, dovranno anche restituire eventuali compensi già incamerati.
Debiti prescritti
Gli eredi non sono tenuti a pagare tutti i debiti che, dall’ultima richiesta di pagamento da parte del creditore (anche se indirizzata al defunto), sono caduti in prescrizione. Per i termini consulta l’articolo “La prescrizione dei debiti“.
Il creditore potrebbe interrompere i termini di prescrizione anche con una diffida inviata agli eredi, purché correttamente indirizzata. In particolare, entro il primo anno dalla morte del defunto, la diffida va inviata all’ultimo luogo di residenza di quest’ultimo a tutti gli eredi impersonalmente (ad es. «Eredi del sig. Mario Rossi»). Decorso l’anno, la diffida deve essere inviata agli eredi personalmente presso la loro residenza.
Visto su: La legge per tutti