Imposta di successione: come funziona?
Cosa fare dopo aver presentato la dichiarazione di successione per procedere al versamento delle relative imposte.
C’è sempre un momento in cui, dopo aver perso una persona cara, bisogna pensare agli adempimenti fiscali relativi all’eredità del defunto e capire l’imposta di successione come funziona, come si calcola e come si effettua il versamento.
Indice
1 Che cos’è l’imposta di successione?
2 Aliquote e franchigie dell’imposta di successione
3 Quando si paga l’imposta di successione?
4 Se si riceve in eredità un immobile quali imposte occorre pagare?
5 Quali sono i beni esclusi dall’imposta di successione?
6 L’imposta di successione si prescrive?
7 Si può pagare a rate l’imposta di successione?
Che cos’è l’imposta di successione?
Una volta accettata l’eredità, entro dodici mesi dalla data del decesso, si dovrà presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate per determinare le imposte da pagare sui beni e i crediti ricevuti.
L’imposta di successione è l’imposta sul trasferimento dei beni del defunto agli eredi. L’importo di tale imposta è pari alla differenza tra la somma del valore dei beni ricevuti in eredità ed i debiti ereditati dal defunto.
Aliquote e franchigie dell’imposta di successione
Sono previste aliquote e franchigie differenziate a seconda del grado di parentela tra la persona defunta e l’erede. Si applica un’aliquota proporzionale del 4% sul valore dei beni ricevuti se il successore è coniuge o parente in linea retta, ma solo oltre la franchigia individuale di 1 milione di euro.
Se il figlio del defunto eredita un bene immobile che abbia un valore di 500.000,00 euro non pagherà l’imposta di successione in quanto il valore dell’immobile è inferiore alla franchigia di 1 milione di euro prevista per i parenti in linea retta. Sarà comunque tenuto a presentare la dichiarazione di successione in quanto è obbligatoria se si eredita un bene immobile.
Si applica, invece, l’aliquota del 6% quando il successore è parente in linea collaterale (fratello o sorella) oltre il limite di 100.000,00 euro. Per altri parenti e affini si applica il 6% senza franchigia, mentre egli altri casi si applica l’aliquota dell’8%, sempre senza franchigia.
Quando si paga l’imposta di successione?
Una volta presentata la dichiarazione di successione, l’Agenzia delle Entrate effettua i controlli e i calcoli necessari, ed entro 3 anni procede all’emissione dell’avviso di liquidazione, privo di sanzioni e interessi, con cui richiede il versamento dell’imposta dovuta.
Il pagamento dell’imposta di successione deve essere effettuato entro 60 giorni dalla data in cui è stato notificato l’avviso di liquidazione. Scaduto tale termine si applicano, oltre alle sanzioni, anche gli interessi di mora.
Se si riceve in eredità un immobile quali imposte occorre pagare?
Se l’eredità consiste in un immobile, ancor prima di presentare la dichiarazione di successione e quindi di pagare l’imposta, deve però procedere alla autoliquidazione dell’imposta ipotecaria (pari al 2% del valore dell’immobile e con un minimo di 200 euro) e dell’imposta catastale (pari all’1% del valore dell’immobile e con un minimo di 200 euro), le quali non beneficiano di alcuna franchigia.
Tornando all’esempio fatto in precedenza, il figlio del defunto che eredita un bene immobile dal valore di 500.000,00 euro, non dovrà nulla a titolo di imposta di successione, tuttavia dovrà pagare 10.000,00 euro a titolo di imposta ipotecaria (il 2% di 500.000,00, ossia il valore dell’immobile ereditato) e 5.000,00 euro a titolo di imposta catastale (l’1% di 500.000,00), per un totale pari a 15.000,00 euro.
L’imposta ipotecaria e l’imposta catastale si pagano tramite il modello F23 prima della presentazione della dichiarazione di successione. I codici tributo da inserire nel modello F23 sono 649T per l’imposta ipotecaria e 737T per l’imposta catastale.
Quali sono i beni esclusi dall’imposta di successione?
Sono esclusi dall’imposta di successione:
i titoli di debito pubblico e gli altri Titoli di Stato o equiparati;
le indennità di fine rapporto di lavoro;
i beni culturali sottoposti a vincolo culturale, previsto dalle leggi in materia, anteriormente all’apertura della successione;
i crediti verso lo Stato, gli enti pubblici territoriali e gli enti pubblici che gestiscono forme obbligatorie di previdenza e di assistenza sociale;
i crediti contestati giudizialmente alla data di apertura della successione;
i crediti ceduti allo Stato entro la data di presentazione della dichiarazione di successione;
i veicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico.
L’imposta di successione si prescrive?
L’Agenzia delle Entrate deve notificare l’avviso di liquidazione con cui richiede il versamento dell’imposta di successione entro il termine di decadenza di tre anni dalla data di presentazione della dichiarazione di successione.
Dopodiché, se l’Agenzia delle Entrate ritiene che la dichiarazione di successione sia incompleta o infedele, procede alla rettifica e alla liquidazione della maggiore imposta, sempre attraverso la notifica dell’avviso di liquidazione entro il termine di decadenza di due anni dal pagamento dell’imposta principale.
Si può pagare a rate l’imposta di successione?
È possibile pagare l’imposta di successione anche a rate, pagando almeno il 20% dell’importo dovuto entro sessanta giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione, mentre la parte restante può essere versata in otto rate trimestrali, che possono arrivare a dodici se l’importo complessivo da pagare supera 20.000,00 euro. Per importi inferiori a 1.000,00 euro, invece, la rateazione non è consentita.
Autore: Vincenzo Delli Priscoli