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È possibile fare volontariato se si prende la disoccupazione?

27 Novembre 2024
È possibile fare volontariato se si prende la disoccupazione?
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Chi percepisce la disoccupazione può dedicarsi al volontariato o aiutare gratuitamente un familiare, senza perdere l’indennità.

L’assegno di disoccupazione è un sostegno economico per i lavoratori che hanno perso il proprio lavoro per cause indipendenti alla propria volontà. Esiste anche la disoccupazione agricola, riservata a coloro che si trovano in un periodo di inattività. Ma cosa succede se, durante questo periodo, si desidera dedicare del tempo al volontariato o aiutare un familiare? È possibile fare volontariato se si prende la disoccupazione? Le due misure sono compatibili tra loro o c’è il rischio che lo Stato ti chieda poi la restituzione delle somme che hai incassato dall’Inps.
Chi percepisce la disoccupazione può dedicarsi al volontariato o aiutare gratuitamente un familiare, senza perdere l’indennità.

L’assegno di disoccupazione è un sostegno economico per i lavoratori che hanno perso il proprio lavoro per cause indipendenti alla propria volontà. Esiste anche la disoccupazione agricola, riservata a coloro che si trovano in un periodo di inattività. Ma cosa succede se, durante questo periodo, si desidera dedicare del tempo al volontariato o aiutare un familiare? È possibile fare volontariato se si prende la disoccupazione? Le due misure sono compatibili tra loro o c’è il rischio che lo Stato ti chieda poi la restituzione delle somme che hai incassato dall’Inps.

A patto che si rispettino determinate condizioni, c’è una compatibilità tra la Naspi (l’assegno di disoccupazione) e l’attività di volontariato. Lo stesso dicasi per la disoccupazione agricola. Vediamo quali sono i paletti fissati dalla legge e dall’Inps.

Per non perdere l’indennità di disoccupazione, il volontariato deve essere prestato:

in modo gratuito: senza ricevere alcun compenso;
a favore di un ente senza scopo di lucro: come associazioni, fondazioni o organizzazioni di volontariato.

Sia il volontariato che l’aiuto gratuito a un familiare sono compatibili con la disoccupazione agricola. Questo perché non producono reddito e non configurano un rapporto di lavoro dipendente o autonomo.

La legge infatti non vieta di svolgere attività non retribuite durante la disoccupazione agricola. L’obiettivo delle indennità è sostenere i lavoratori in un periodo di difficoltà, ma non impedire loro di dedicarsi ad attività socialmente utili o di aiutare i propri familiari. Ecco perché la Naspi o la disoccupazione agricola sono incompatibili solo con le attività di volontariato che implichino la corresponsione di indennità, contributi, “gettoni di presenza” o qualsiasi altra forma di remunerazione che possa essere equiparabile a un reddito. Non sarebbe tale invece il semplice “rimborso spese” (come ad esempio per le spese di trasferta).
Secondo il Messaggio INPS n. 1800 del 28-04-2022, il servizio civile universale non è considerato un rapporto di lavoro subordinato o parasubordinato. Gli assegni percepiti dai volontari sono esenti da imposizioni tributarie e non sono imponibili ai fini previdenziali. Pertanto, chi percepisce la Naspi può svolgere detta attività di volontariato senza perdere il diritto alla prestazione di disoccupazione.

La Nota n. 4011 del 10 marzo 2022 del Ministero del Lavoro sottolinea che l’attività di volontariato deve essere effettuata in modo gratuito, senza vincoli obbligatori, e non può essere retribuita in alcun modo. Questo significa che il volontariato puro, svolto senza compenso, non influisce sulla percezione della disoccupazione.

La Circolare INPS n. 174 del 23-11-2017 chiarisce che l’iscrizione ad albi professionali o la titolarità di partita IVA non comportano automaticamente la perdita della NASpI, a meno che non venga svolta effettiva attività lavorativa. Questo implica che attività non retribuite o non lavorative non incidono sulla disoccupazione.

È importante, tuttavia, distinguere tra volontariato e attività che prevedono compensi o rimborsi significativi. Ad esempio, la Risposta n. 191 del 06-02-2023 dell’Agenzia delle Entrate indica che i rimborsi per mancato guadagno ai volontari lavoratori autonomi di protezione civile sono imponibili e costituiscono reddito. In tali casi, se i rimborsi superano determinate soglie, potrebbero influire sulla percezione della disoccupazione.
In conclusione, il beneficiario di Naspi o Dis-Coll può svolgere attività di volontariato senza perdere il diritto alla prestazione, a condizione che:

l’attività sia svolta in modo gratuito e senza compensi che possano essere considerati reddito;
non si configuri un rapporto di lavoro subordinato o autonomo;
eventuali rimborsi spese siano limitati e non forfettari, in conformità con la normativa vigente.

Si consiglia comunque di comunicare all’Inps l’eventuale inizio di attività di volontariato, soprattutto se sono previsti rimborsi spese, per evitare possibili contestazioni.

Visto su: La legge per tutti

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