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Dare in eredità o in donazione: che conviene di più?

3 Novembre 2017
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Dare in eredità o in donazione: che conviene di più?

Successione o testamento: cos’è più conveniente e quando si paga di meno di tasse?
Quando, in età avanzata, si tratta di dividere il proprio patrimonio tra i familiari, in modo da stabilire a chi vada la proprietà dei beni immobili (case, terreni, appartamenti, ecc.), spesso si cade nel dubbio se convenga di più fare delle donazioni (anticipando così i tempi rispetto al proprio decesso) oppure regolare il tutto tramite testamento. La scelta tra successione e donazione non è sempre facile. A incidere sull’una o l’altra possibilità possono essere motivazioni di carattere fiscale, i costi dell’operazione, le necessità personali del titolare. In verità non sempre si conoscono bene le differenze tra queste due opzioni e si finisce spesso per rinviare il problema al futuro. «Conviene di più dare in eredità in donazione?» si chiede ad esempio il genitore che deve dividere due appartamenti tra i suoi due figli. Quando si pagano meno tasse e costi notarili e quale delle due forme consente di evitare gli immancabili screzi e contestazioni tra familiari? Cercheremo di dare le risposte più opportune e semplici nel seguente articolo.
Differenza tra donazione e successione

Prima però di chiarire se conviene di più fare testamento o regalare i propri beni cerchiamo di capire quale differenza c’è tra una donazione e la successione:

la donazione è un atto che si fa tra soggetti ancora vivi;
la successione presuppone invece la morte del (solo) donante.

A parte questa differenza, donazione e successione hanno numerosissimi punti in comune, primo tra tutti quello di consentire al titolare di un bene di destinare a un altro una parte o tutto il suo patrimonio, o subito o in un secondo momento.

La donazione richiede il notaio solo quando non si tratta di «beni di modico valore». Gli immobili non sono mai considerati beni di modico valore (fosse anche un box in periferia o il 5% di un terreno in campagna) e pertanto c’è sempre bisogno del rogito notarile.

Per quanto invece riguarda il testamento è vero che questo può essere anche olografo, ossia fatto “in casa”, ma è anche vero che, nel momento in cui vengono trasmessi dei beni immobili, c’è comunque bisogno del notaio, della pubblicazione del testamento e della trascrizione del passaggio di proprietà.
La donazione può essere contestata come il testamento

Al pari di un testamento anche la donazione può essere oggetto di contestazione da parte degli eredi legittimari in tutti casi in cui questi ultimi vengano lesi nelle loro quote minime spettanti per legge (cosiddetta «legittima»). Dunque l’atto di donazione può essere impugnato – come il testamento – entro 10 anni dall’apertura della successione oppure, se il donante è ancora in vita, entro 20 anni dalla trascrizione della donazione medesima nei pubblici registri.
Quando conviene la donazione

Da quanto detto la donazione e la successione hanno regole molto simili e il ricorso alla prima non consente di eludere le regole che riguardano la seconda. Infatti:

le regole sulla quota di legittima da rispettare sono le stesse fra donazione e successione;
le imposte di successione e quelle di donazione sono le stesse con le medesime franchigie. Tanto per fare un esempio i passaggi di proprietà tra padre e figlio inferiori a un milione di euro non scontano né le imposte di successione né le imposte di donazione;
l’unica differenza fiscale rilevante fra imposte di successione e imposte di donazione è il trattamento dei titoli di Stato. Questi sono esenti nella successione mentre sono soggetti a tassazione nella donazione;
sono esclusi dall’imposta le donazioni a favore di Stato, Regioni, Province e Comuni, altri enti pubblici, fondazioni e associazioni legalmente riconosciute, Onlus, partiti politici.

Vantaggi della donazione sulla successione

I vantaggi della donazione stanno nella certezza del carico fiscale: poiché la donazione ha effetti immediati, chi la fa sa con certezza quanto il donatario pagherà di imposte, mentre nel caso di testamento si applicherà il trattamento fiscale al momento del decesso che potrebbe anche cambiare.

Inoltre, quando si dona, le imposte vengono calcolate sul valore del bene al momento della donazione, mentre in caso di testamento varrà il valore al momento del passaggio di proprietà e capita spesso che gli immobili, nel tempo, aumentino di valore per la trasformazione delle zone periferiche in zone centrali.

Bisogna anche ricordare che il donante, liberandosi della proprietà del bene, ottiene un vantaggio fiscale rispetto al donatario. Ad esempio, un genitore con un patrimonio notevole, che volesse pagare meno tasse, potrebbe donare ai figli il suo intero patrimonio (senza ledere le quote di legittima) riservandosi l’usufrutto dello stesso [1]. Per quanto riguarda gli immobili conserverebbe non solo il diritto all’abitazione, ma anche a percepire eventuali canoni di affitto. Per i beni mobili come titoli, azioni e fondi di investimento, pur non essendo proprietario continuerebbe a incassare gli interessi e le cedole fino alla sua morte. Già dividendo il suo patrimonio per i figli il carico fiscale diminuirebbe perché verrebbe ripartito per patrimonio più piccolo invece che su un unico grosso [1].

Autore: La legge per tutti

 

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