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Cosa succede al mutuo in caso di separazione?

25 Febbraio 2023
Cosa succede al mutuo in caso di separazione?
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Cosa succede se il marito non paga le rate del finanziamento alla banca in caso di separazione o divorzio?

La separazione coniugale rappresenta uno dei momenti più difficili nella vita di una coppia. Oltre ai problemi emotivi e psicologici, si pongono anche numerose questioni di carattere pratico ed economico come la quantificazione dell’assegno di mantenimento e, per le coppie in comunione, la divisione dei beni acquistati durante il matrimonio e, per tutte

Un ulteriore aspetto da definire è l’eventuale pagamento delle rate del finanziamento sottoscritto prima che intervenisse la crisi coniugale. In particolare, che succede al mutuo in caso di separazione? La questione può essere riproposta negli stessi termini con riferimento a qualsiasi tipo di prestito, anche quelli con le finanziarie.

Il problema del pagamento del mutuo si pone non solo per le coppie in comunione dei beni ma anche per quelle che hanno optato per la separazione dei beni. E ciò perché la banca, nel concedere il prestito, non si limita a richiedere la firma di un solo coniuge: pretende quelle di entrambi per avere una duplice garanzia in caso di inadempimento. E quand’anche il mutuo sia stato firmato solo dal marito o dalla moglie, all’altro viene chiesto di fare da garante, ossia di fornire una «fideiussione»; il risultato sarà identico poiché il fideiussore è parimenti responsabile in caso di morosità del debitore principale.

Di qui il problema di stabilire quale dei due coniugi debba continuare a pagare le rate se la sentenza del giudice non stabilisce nulla in proposito. Un problema di particolare rilievo visto che, qualora ad obbligarsi nei confronti dell’istituto di credito siano stati entrambi i coniugi, l’inadempimento dell’uno si ripercuote anche sull’altro, con conseguente rischio di pignoramento dei beni e di segnalazione come “cattivo pagatore” alla Centrale Rischi Interbancaria (CAI) e alla Crif.

In questo articolo, cercheremo di fare chiarezza sulla questione e di capire cosa succede al mutuo in caso di separazione: a chi spetta pagare le rate alla banca e cosa succede se il giudice non stabilisce nulla con la sentenza di separazione?

Indice

1 La casa coniugale e il mutuo: come funziona?
2 La separazione e il mutuo: cosa succede?
3 Che succede se non si paga il mutuo?
4 Come risolvere il problema del mutuo?
5 Approfondimenti

La casa coniugale e il mutuo: come funziona?

Prima di affrontare la questione del mutuo in caso di separazione, è necessario comprendere come funziona il rapporto tra la casa coniugale e il mutuo.

Se la coppia è in comunione dei beni, la casa acquistata anche se con il denaro di uno solo dei due è di entrambi i coniugi in parti uguali. Sicché in caso di separazione, dovrà essere divisa o, se ciò non dovesse essere possibile, sarà assegnata a uno dei due con liquidazione all’altro del controvalore. Se né il marito, né la moglie intende tenere per sé la casa o se entrambi sono in disaccordo, il giudice la vende all’asta e divide tra i due il ricavato.

Se la coppia è in divisione dei beni, la casa resta di proprietà di chi l’ha acquistata. L’altro coniuge che però riesce a dimostrare, con un documento scritto, di aver contribuito sostanziosamente al pagamento del prezzo di acquisto (ossia in una misura rilevante), può ottenere il rimborso delle somme corrisposte.

Tuttavia, con una recente ordinanza, la Cassazione [1] ha detto che, dopo la separazione, il marito non può ottenere dalla moglie il rimborso di metà del mutuo acceso per comprare la casa familiare cointestata. E ciò benché l’uomo abbia pagato le rate tutte da solo. Sono infatti irripetibili, almeno in via generale e astratta, tutte le attribuzioni che risultano eseguite dai coniugi per concorrere a realizzare un progetto di vita comune: l’erogazione, pur se eccessiva, si presume connessa alla convivenza, fino a prova contraria che deve fornire chi pretende la restituzione. Prova che potrebbe essere un accordo scritto con cui si conviene la restituzione delle somme in caso di separazione.

Il pagamento è stato ritenuto adempimento dell’obbligo di contribuzione ex articolo 143 Cc e quindi espressione dei «doveri di collaborazione nell’interesse della famiglia, solidarietà e assistenza morale e materiale tra i coniugi» sanciti dalla disposizione. Secondo un’altra interpretazione il versamento delle rate va ricondotto alla logica di solidarietà che connota la vita familiare e quindi a una sorta di presunzione di gratuità degli esborsi effettuati in costanza di matrimonio. Ma il risultato pratico non cambia. Peraltro conta ciò che è pattuito in sede di rogito: se uno dei coniugi paga il mutuo, ma la casa è intestata all’altro, la proprietà non fa capo al primo, a meno che non vi sia la comunione dei beni.

La proprietà della casa prescinde poi dall’eventuale assegnazione del diritto di abitazione all’interno di essa che, in caso di separazione, compete al genitore con cui i figli vanno a vivere. In tal caso, il proprietario non potrà pretendere un compenso e ritornerà nel possesso del proprio bene solo quando i figli diventeranno autonomi economicamente o andranno a vivere da soli.

A prescindere da quale sia il coniuge intestatario della casa, la banca chiede che a firmare il contratto di mutuo siano entrambi i coniugi. In tal caso ciascuno dei due diventa debitore e responsabile del suo rimborso.

Lo stesso effetto però si ha se il contratto di mutuo viene firmato da un solo coniuge e l’altro si limita a fare da garante. Anche qui, il fideiussore si obbliga personalmente.

La differenza tra queste due ipotesi è la seguente: nel primo caso (mutuo firmato da entrambi i coniugi), la banca può chiedere l’integrale pagamento sia all’uno che all’altro; nel secondo caso (fideiussione), la banca di norma deve prima rivolgersi al mutuatario e solo se questi non paga può rivalersi nei confronti del garante.
La separazione e il mutuo: cosa succede?

Nel caso in cui i coniugi decidano di separarsi, è importante chiarire come verrà gestita la questione del mutuo e della casa coniugale.

La separazione coniugale comporta la fine della convivenza tra i coniugi, ma non sempre la fine del rapporto finanziario tra questi e la banca o l’istituto di credito che ha erogato il mutuo. Quando infatti residuano ancora alcune rate da pagare è necessario stabilire chi sia tenuto a farlo.

La regola è la seguente: il debito con la banca resta in capo a chi ha firmato il contratto di mutuo. Pertanto, se anche il giudice assegna la casa all’ex moglie perché collocataria dei figli, è il marito a dover pagare le rate di mutuo se risulta che è stato lui soltanto a sottoscrivere il contratto. Se invece anche la moglie ha firmato il finanziamento o se ha fatto da garante, la banca potrebbe rivolgere la richiesta anche a lei.

In buona sostanza, nonostante la separazione o il divorzio, il mutuo rimane in vita ed è tenuto a pagare le relative rate chi si è obbligato nei confronti della banca, indipendentemente dall’eventuale assegnazione del diritto di abitazione.

In alcuni casi, il giudice stabilisce nella sentenza chi debba pagare le rate del mutuo, accollandole su un coniuge o sull’altro. Ma questa decisione ha effetti solo tra gli ex coniugi e non nei confronti della banca che potrà continuare a rivolgersi tanto nei confronti del marito che della moglie se entrambi si sono obbligati.
Che succede se non si paga il mutuo?

Ipotizziamo il caso di un marito che sia tenuto a pagare il mutuo e che, dopo la separazione, non lo faccia più. La casa è stata assegnata dal giudice alla moglie poiché i figli sono andati a vivere con lei.

Che succede in questi casi? La banca può pignorare la casa e sfratare l’ex moglie?

Secondo la Cassazione, il coniuge che non paga il mutuo esponendo l’altro al rischio di un pignoramento può essere querelato per violazione degli obblighi di assistenza familiare, anche se versa regolarmente il mantenimento [2].

Inoltre, secondo la Cassazione [3], prevale sempre l’ipoteca della banca se anteriore alla trascrizione della sentenza di separazione/divorzio. Il che avviene quasi sempre, visto che l’ipoteca viene iscritta nel momento in cui viene concesso il mutuo (tant’è che si chiama mutuo ipotecario). Con la conseguenza che, l’unica carta che ha la ex moglie per potersi tutelare dal pignoramento della banca – per mancato pagamento delle rate del mutuo – è querelare l’ex marito, ma dovrà comunque liberare l’immobile in favore dell’eventuale aggiudicatario all’asta (leggi L’ipoteca della banca prevale sull’assegnazione della casa coniugale).
Come risolvere il problema del mutuo?

Se il contratto di mutuo è stato stipulato da entrambi i coniugi, è possibile adottare una delle seguenti soluzioni per liberare dal debito il coniuge che non vive più nell’immobile:

vendita della casa: in questo caso, i coniugi procedono alla vendita dell’immobile e al rimborso del mutuo. In base all’accordo raggiunto, il ricavato della vendita può essere suddiviso in parti uguali tra i coniugi, oppure può essere assegnato ad uno dei due, che dovrà poi rimborsare l’intero debito al creditore. In ogni caso, il rimborso del mutuo deve essere effettuato integralmente, anche in caso di perdita finanziaria;
accollo del mutuo: questa opzione prevede l’uscita dal contratto da parte di uno dei due coniugi, con la cessione della propria quota di proprietà all’ex coniuge, che diventerebbe l’unico intestatario del mutuo e l’unico proprietario dell’immobile. In tal caso si parla di accollo esterno, ma la banca dovrà decidere se accettare il recesso. Nel caso in cui non lo facesse, è possibile procedere con la surroga, trasferendo il mutuo in un nuovo istituto di credito. In questo modo si potrebbe rinegoziare anche la tipologia di mutuo, i tassi di interesse e la durata. La surroga è conveniente se il mutuo è giovane, ma non se è stato contratto da molto tempo, dal momento che man mano ci si avvicina all’estinzione, la quota capitale aumenta e quella degli interessi diminuisce.

Visto su : La legge per tutti

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