Coronavirus: cosa chiede l’Italia all’Europa .
Coronavirus: cosa chiede l’Italia all’Europa .
Il bivio tra gli Eurobond e il ricorso al Mes; pesa il no della Germania agli aiuti. L’Italia con altri Stati dell’Unione cerca un fronte comune.
La Germania continua a dire no all’Italia e anche all’Unione Europea. L’ultimo secco diniego arriva oggi, quando da Berlino arriva l’ennesimo rifiuto alla proposta di introdurre gli Eurobond, titoli obbligazionari condivisi tra gli Stati membri, per fronteggiare la crisi economica innescata dal Coronavirus.
Dietro il no un sì, ma al Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, chiamato anche fondo salva-Stati ma che molti vedono come una trappola dalla quale sarebbe difficile uscire, soprattutto per le “condizioni capestro” che prevede per i successivi rimborsi dei debiti accumulati dai vari Stati a fronte dei prestiti straordinari concessi.
“Nulla è cambiato nella posizione del governo federale o della cancelliera”, ha detto il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, nel corso di una conferenza stampa, riguardo alla contrarietà tedesca agli eurobond. La Germania preferisce il Mes. “Se dovesse essere necessario, siamo convinti che il Mes abbia negli strumenti già esistenti i mezzi per agire”.
È un ostacolo potente ad ogni tipo di aiuti straordinari e che rischia di minare alle fondamenta la solidarietà che dovrebbe essere alla base dei Trattati dell’Unione europea e che non risolve una crisi profonda da cui neppure la forte Germania è immune.
Così piovono le critiche; una per tutte tra quelle che provengono dalla maggioranza di governo, quella dell’ex pentastellato e ora deputato di Sinistra italiana – Leu, Nicola Fratoianni, che all’Adnkronos afferma: “Europa, non ci siamo. La Germania continua a fare muro sulla possibilità di istituire i Coronabond, e cioè titoli europei, che garantiscano sul debito di tutti gli stati europei, nonostante nove Paesi (fra cui Italia, Spagna, Portogallo e Francia) li chiedano”.
Ma critiche analoghe vengono dalle forze di opposizione: “La Germania vuole imporci il Mes. La Merkel ha appena fatto sapere che non è disposta a concedere l’accesso al Fondo ‘ammazza Stati’ senza condizionalità, svelando – qualora ce ne fosse bisogno – qual è il vero piano della Germania: approfittare dell’emergenza coronavirus per commissariare l’Italia, imporre il rigore tedesco alla nostra economia ed espropriare le sue aziende e i suoi asset strategici. L’emergenza Covid-19 sta mostrando a tutto il mondo il vero volto della Ue a trazione tedesca”, dice Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia.
Rincara la dose il leader della Lega, Matteo Salvini, che in un video appena postato dice: “Attenzione si sente puzza di fregatura da Berlino e da Bruxelles, quando sentite parlare di Mes attenzioni occhi e orecchie aperte perché c’è dietro l’ipoteca del futuro dei nostri figli, il lavoro e il risparmio degli italiani”. Un chiaro no al possibile ricorso al Mes come strumento per far fronte ai problemi economici della crisi del Coronavirus. “Tradotto: Italia se vuoi dei soldi oggi me li dovrei restituire con interessi e sacrifici domani”, conclude Salvini.
Intanto il Governo italiano prende posizione contro la Germania con una lettera del premier Giuseppe Conte, indirizzata al Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, insieme ai leader di Belgio, Francia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Spagna: un fronte comune che propone rimedi e in particolare chiede l’emissione di Eurobond, o ‘Coronabond’ o anche Recovery bond, per usare un termine di migliore auspicio; in modo da ottenere le risorse necessarie a finanziare la ripresa.
“L’emergenza che stiamo vivendo non conosce confini. È uno shock senza precedenti che richiede misure eccezionali di reazione, necessarie non solo a contenere la diffusione del contagio, ma anche agli effetti negativi prodotti sul tessuto socio-economico. La risposta europea, anche sul piano economico-finanziario, deve essere poderosa, coesa, tempestiva”, scrivono i capi di Stato e di Governo a Bruxelles.
Ma il no tedesco spezza il dialogo e impedisce le trattative. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, impegnato oggi a relazionare in Parlamento sull’evoluzione della crisi, ha ribadito il concetto e ha ammonito che “la recessione coinvolgerà tutta l’Europa”, non è un problema solo italiano. Ora più che mai è necessario un intervento chiaro, altrimenti l’Unione europea potrebbe essere la vittima più clamorosa non del Coronavirus, ma dei suoi egoismi che l’epidemia ha messo a nudo.
AUTORE: Paolo Remer