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Come si calcola il valore della legittima?

28 Novembre 2023
Come si calcola il valore della legittima?
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Come si calcola il valore dell’eredità per comprendere se ci sono state lesioni di legittima.

Nell’ambito del diritto ereditario, la “legittima” rappresenta quella parte del patrimonio del defunto che la legge riserva ai suoi familiari più stretti, detti “legittimari”. Nel momento in cui un legittimario assume che la sua quota di legittima è stata lesa da disposizioni testamentarie o da donazioni fatte in vita dal de cuius, è necessario calcolare il patrimonio complessivo di quest’ultimo. Questo articolo, nell’occuparsi di tale delicato problema, spiega come si calcola il valore della legittima e quindi, in definitiva, come stabilire se effettivamente sussiste la lesione lamentata dall’erede legittimario. A tale accertamento è subordinato l’esperimento della relativa azione civile, chiamata «azione di lesione».
Ma procediamo con ordine.

Indice
Chi sono i legittimari?
Cosa succede se la legittima è stata lesa?
Successione legittima: quali sono le quote degli eredi legittimari?
Come si stabilisce se la legittima è stata lesa?
Come si calcola il valore della legittima?
Qual è il criterio per la divisione della comunione ereditaria?
Cosa dice la Cassazione sul calcolo del valore della legittima?
Approfondimenti
Chi sono i legittimari?
I legittimari sono:

il coniuge o il partner di unione civile del defunto,
i suoi discendenti
e, in assenza di discendenti, gli ascendenti.
Questi soggetti hanno il diritto a ricevere una parte del patrimonio del defunto, indipendentemente dalle disposizioni testamentarie. Questa quota si chiama appunto legittima.

Cosa succede se la legittima è stata lesa?
Il legittimario, se si accorge che la sua quota di legittima è inferiore rispetto a quella che la legge gli riserva, può agire dinanzi al giudice civile entro 10 anni dall’apertura della successione (ossia dal decesso del de cuius).

L’azione, che va sotto il nome di azione di riduzione per lesione della legittima, ha lo scopo di ripristinare la quota del legittimario prevista dalla legge.

In particolare l’azione di riduzione è volta a far dichiarare l’inefficacia, in tutto o in parte, delle disposizioni testamentarie e degli atti di donazione posti in essere in vita dal defunto che, eccedendo la quota disponibile, hanno leso la quota riservata dalla legge ad alcune categorie di successibili come legittimari.

Successione legittima: quali sono le quote degli eredi legittimari?
Vediamo ora quali sono le quote degli eredi legittimari e qual è invece la quota di legittima. La normativa è contenuta agli articoli 536 e seguenti del Codice civile.
Come si stabilisce se la legittima è stata lesa?
Innanzitutto bisogna calcolare tutto il patrimonio del defunto al momento dell’apertura della successione da cui vanno sottratti i debiti.

Dopodiché l’erede deve considerare le donazioni che ha ricevuto dal defunto quando ancora questi era in vita. Le donazioni infatti si considerano come una anticipazione della legittima (a meno che nell’atto di donazione non sia specificato che la stessa è fatta “con dispensa dalla collazione”).

Se, al netto delle donazioni già ricevute dal de cuius, il legittimario ha ottenuto una quota di eredità inferiore alla legittima spettantegli, può avviare l’azione di riduzione.

L’azione di riduzione è rivolta a contestare la divisione fatta con il testamento dal defunto. Ma se ciò non dovesse bastare a ripristinare la legittima o in assenza di testamento, l’erede legittimario può contestare le donazioni fatte dal defunto a terzi quando ancora era vivo. Si parte dalle ultime donazioni per risalire via via alle precedenti finché la quota di legittima non viene ripristinata.

Cosa farà il giudice una volta accertata la lesione della legittima? Questi può:

assegnare al legittimario leso un bene specifico dal patrimonio ereditario;
oppure disporre che il legittimario divenga partecipe della comunione ereditaria per una quota di comproprietà di valore pari al valore della legittima che gli è dovuta.
Tutti questi calcoli si effettuano considerando il valore, alla data di apertura della successione, dei beni donati e dei beni di cui il defunto era titolare al momento della morte.

Come si calcola il valore della legittima?
Il valore della legittima si determina quindi sommando i beni donati in vita dal defunto e i beni posseduti al momento della sua morte secondo il valore che essi avevano al momento dell’apertura della successione (ossia al momento della morte del de cuius).

Questo calcolo è fondamentale per assicurare che i legittimari ricevano la loro quota di eredità.

Qual è il criterio per la divisione della comunione ereditaria?
Se poi si deve passare alla divisione della comunione ereditaria, il calcolo si effettua base alla stima dei beni al momento della divisione e quindi si deve tener conto dei deprezzamenti o delle rivalutazioni che si sono determinati nel più o meno lungo periodo che separa la morte del de cuius dalla divisione del suo patrimonio tra gli eredi.
Dunque, se il calcolo dei beni del defunto e delle donazioni fatte ai fini della verifica della legittima si fa secondo il valore dei beni stessi al momento del decesso, nella divisione della comunione ereditaria, il valore dei beni si stima al momento della divisione stessa.

Cosa dice la Cassazione sul calcolo del valore della legittima?
La Cassazione, nella sentenza n. 31125 dell’8 novembre 2023, ha stabilito che, per calcolare la quota di legittima, si considera il valore dei beni ereditari e dei beni donati in vita alla data di apertura della successione. Per le assegnazioni in sede di divisione ereditaria, si considera invece il valore dei beni al momento della divisione.

Perché questa sentenza è importante? Essa rileva in situazioni in cui la divisione del patrimonio avviene molto tempo dopo l’apertura della successione, specialmente in casi di lunghi procedimenti legali per accertare la lesione della quota di legittima. La sentenza enfatizza l’importanza di valutare i beni in maniera attuale e accurata.

 

Visto su: La legge per tutti

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