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Quando va in prescrizione eredità.

12 Giugno 2023
Quando va in prescrizione eredità.
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Scopri come e quando si prescrive il diritto di accettare un’eredità e cosa succede se non si accetta entro i termini prestabiliti dalla legge.

Hai mai pensato a cosa succede se non si accetta un’eredità entro i 10 anni successivi al decesso del de cuius? Oppure ti sei mai chiesto cosa succede se, al contrario, non rinunci all’eredità? A tutte queste domande si può rispondere solo sapendo quando va in prescrizione l’eredità, o meglio il diritto ad accettare l’eredità.

Se queste domande ti incuriosiscono o se ti trovi a dover gestire una situazione ereditaria, quest’articolo potrebbe fornirti le risposte che stai cercando. Approfondiremo le tematiche della prescrizione e dell’accettazione dell’eredità, cercando di offrire una visione il più chiara e completa possibile.

Indice
Quando scatta la prescrizione dell’eredità?
Cosa succede se l’eredità non viene accettata entro dieci anni?
Quando si prescrive la rinuncia all’eredità?
E se l’erede compie degli atti di gestione del patrimonio dell’eredità?
Quali sono le regole per l’erede in possesso dei beni del defunto?

Quando scatta la prescrizione dell’eredità?
Il diritto di accettare un’eredità si prescrive in dieci anni. Questo periodo decorre dal giorno dell‘apertura della successione ossia dalla morte del de cuius.

Cosa succede se l’eredità non viene accettata entro dieci anni?
L’eredità che non viene accettata entro il decennio viene considerata come rifiutata. In altre parole, l’erede che non accetta nei termini stabiliti è come se rinunciasse all’eredità. Questo comporta che l’erede non potrà più subentrare nei beni del defunto.

Ne deriva che la rinuncia all’eredità può avvenire in due modi:

tramite comunicazione al notaio o al cancelliere del tribunale, oppure
semplicemente non accettando l’eredità entro il tempo concesso.
Quando si prescrive la rinuncia all’eredità?
La legge non dice quando si prescrive la rinuncia all’eredità, non essendo necessario. Come visto la prescrizione è fissata solo per l’accettazione: la mancata accettazione entro detto termine si considera come rinuncia.

Ciò non significa che l’erede rinunciante debba attendere 10 anni per liberarsi dal “peso”: egli può fare la rinuncia espressa anche prima dei 10 anni.

La rinuncia, a differenza dell’accettazione, può essere oggetto di revoca sempre che non siano decorsi 10 anni e che il patrimonio non sia già stato completamente diviso.

E se l’erede compie degli atti di gestione del patrimonio dell’eredità?
Un’attenzione particolare merita il concetto di accettazione tacita dell’eredità. Se infatti, entro i dieci anni dall’apertura della successione, l’erede compie atti di gestione straordinaria del patrimonio del defunto, come la vendita o l’acquisizione dei suoi beni (ad esempio la voltura di un immobile al Catasto, il prelievo dal conto del defunto), viene considerato come se avesse accettato l’eredità e non può più rinunciarvi (dovendo pertanto rispondere anche dei suoi debiti).

Quindi l’eredità si prescrive entro 10 anni se, entro tale termine, non avviene un’accettazione espressa o tacita dell’eredità.

Quali sono le regole per l’erede in possesso dei beni del defunto?
Se l’erede era convivente o comunque in possesso dei beni del defunto, la legge impone entro tre mesi di fare un inventario di tali beni e nei successivi quaranta giorni comunicare se si rinuncia o si accetta con beneficio di inventario. Nel caso in cui tali termini decorrono senza che l’erede svolta tali attività, l’eredità si considera accettata puramente e semplicemente.

Pertanto, in tal caso vale la regola opposta rispetto a quella prevista per chi non è nel possesso dei beni del defunto. Per quest’ultimo infatti il decorso del termine di 10 anni si considera come rinuncia all’eredità mentre per l’erede nel possesso dei beni del defunto il decorso dei 3 mesi per l’inventario e dei 40 giorni per la dichiarazione si considera come accettazione dell’eredità.

 

Visto su: La legge per tutti

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