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Come donare soldi a un figlio.

29 Giugno 2023
Come donare soldi a un figlio.
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Come fare una donazione in denaro senza uno specifico scopo o per l’acquisto di una casa o di altri beni specifici.

È frequente regalare del denaro ai figli. Ma quando si tratta di somme di denaro importati è necessario prestare attenzione ad alcuni aspetti legali e fiscali. In questo articolo vedremo come donare soldi a un figlio nel modo giusto, per evitare problemi, discriminazioni, contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate e, in definitiva, preoccupazioni inutili. Vedremo innanzitutto quanti modi ci sono per fare la donazione, quando è necessario il notaio, quali sono le tasse da pagare e molto altro ancora.

Indice
La donazione di soldi in contanti
La donazione di soldi con bonifico
La causale per la donazione al figlio
Quando è necessario il notaio
Quali sono le tasse da pagare sulla donazione al figlio?
La promessa di donazione futura
La donazione al figlio è un anticipo dell’eredità
La contestazione della donazione da parte degli altri eredi
Come donare soldi al figlio per acquisto casa

La donazione di soldi in contanti
La donazione di modico valore può essere fatta anche in contanti. La legge attuale fissa un limite all’uso del contante pari a 5mila euro, ma si tratta di un limite costantemente aggiornato dalla legge, da tenere quindi sotto controllo.

Da 5mila euro in poi è necessario usare strumenti tracciabili come bonifici o assegni.

La violazione di tale norma implica solo responsabilità di tipo amministrativo: una sanzione pecuniaria da 5mila a 50mila euro a carico di entrambe le parti (genitore e figlio).

Non ci sono invece conseguenze di carattere fiscale: la disciplina è infatti rivolta a prevenire e contrastare il riciclaggio del denaro.

Difficilmente le autorità possono verificare però la violazione di tale normativa se il denaro non viene accreditato subito sul conto dal donatario o non viene speso in beni o servizi che implicano la fatturazione o la comunicazione all’Agenzia delle Entrate (tutte le spese che richiedono il codice fiscale come mutui, viaggi in aereo, contratti di locazione, ecc.).

La donazione di soldi con bonifico
Quando l’importo è di notevole entità è sempre bene utilizzare il bonifico. Tale strumento preserva anche da eventuali contestazioni fiscali che potrebbero derivare dall’acquisto di beni di lusso fatti con il denaro derivato dalla donazione. Difatti, con la tracciabilità del pagamento, si potrà avere, in qualsiasi momento, la prova circa provenienza dei soldi usati per il pagamento del prezzo: prova da opporre all’Agenzia delle Entrate in caso di richiesta di chiarimenti.

Si pensi a un ragazzo che, pur senza reddito, acquisti un’auto con denaro regalatogli dal padre: attraverso l’estratto conto riportante il bonifico ricevuto dal genitore potrà opporsi a eventuali accertamenti fiscali. E difatti il fisco, che si accorga dell’acquisto di un bene di tale valore da un soggetto che non può permetterselo, potrà chiedere chiarimenti in merito alle fonti di provenienza della disponibilità economica.

La causale per la donazione al figlio
Anche se la causale non è una prova che può opporsi al fisco per nascondere intenti fraudolenti, è sempre bene che questa descriva accuratamente lo scopo del bonifico. Se la donazione avviene per un semplice scopo di generosità, senza essere rivolta a risolvere uno specifico bisogno del figlio, è possibile riportare semplicemente, come causale, la voce «donazione» o anche «regalia» o ancora «regalo da parte di papà». Non ci sono formule prestabilite.

Se la donazione avviene in occasione di una ricorrenza è possibile inserire tale ulteriore specificazione come, ad esempio «regalo per il compleanno», «regalo di laurea», ecc.

Infine potrebbe avvenire che la donazione avvenga per procurare al figlio la disponibilità di una somma per l’acquisto di un bene specifico: ad esempio per comprare una casa, un’auto, un viaggio, ecc. In tali ipotesi è necessario che la causale indichi il bene o il servizio che si intende finanziare. Così ad esempio si potrà riportare «donazione per acquisto casa», «donazione per viaggio studi», ecc. In questi casi i tecnici del diritto chiamano tale operazione «donazione indiretta».

Quando è necessario il notaio
La donazione può avvenire, il più delle volte, tramite la consegna materiale della somma di denaro (in contanti o con bonifico, secondo le regole che abbiamo appena visto).

Tuttavia la legge dispone che le donazioni di non modico valore debbano obbligatoriamente avvenire dinanzi al notaio e quindi con un “atto notarile” in presenza di due testimoni (di norma messi a disposizione dallo stesso studio notarile). Diversamente la donazione è nulla e può essere contestata in qualsiasi momento, da chiunque, anche dagli eredi del donante.

Per stabilire se una donazione è di modico valore (nel qual caso si può procedere con scrittura privata o direttamente con la consegna dei soldi) o meno (nel qual caso è necessario l’atto notarile), bisogna valutare le condizioni economiche del donante e del donatario. Tutto ciò che impoverisce notevolmente il primo e arricchisce sostanziosamente il secondo è di “non modico valore” e richiede il rogito notarile.

Il notaio però non è mai necessario per la donazione indiretta ossia quando di esegue un bonifico, anche se di rilevante valore, per l’acquisto di uno specifico bene. Ad esempio se il padre versa sul conto del figlio i soldi necessari all’acquisto della casa, le parti non devono andare dal notaio.

Quali sono le tasse da pagare sulla donazione al figlio?
Le donazioni di modico valore non sono soggette a tassazione e non vanno dichiarate.

Le donazioni di non modico valore invece scontano innanzitutto l’imposta di registro sul rogito notarile (che appunto deve essere registrato).

Se la donazione è superiore a 1 milione di euro (1,5 milioni se il figlio è disabile), si deve versare l’imposta sulle donazioni che è pari al 4% dell’importo che eccede tale franchigia. Quindi su una donazione di 1.200.000 euro, si versa il 4% di 200mila euro.

La promessa di donazione futura
La donazione non può essere oggetto di un preventivo vincolo, anche se auto imposto dal donante. Così la promessa per iscritto di una successiva donazione (una sorta di “compromesso”) non ha alcun valore.

La donazione al figlio è un anticipo dell’eredità
La donazione fatta a un figlio si considera come un anticipo sulla quota di legittima che al figlio spetta per legge alla morte del genitore.

Bisogna infatti sapere che figli e coniugi sono «eredi legittimari»: a loro spetta sempre una quota minima sul patrimonio del defunto. Per verificare però il rispetto della quota di legittima si prendono in considerazione tutte le donazioni ricevute in vita dal defunto.Trovi tutte le quote spettanti agli eredi legittimari in questo articolo: Quali sono le quote degli eredi legittimari?

La contestazione della donazione da parte degli altri eredi
Gli eredi legittimari (coniuge del defunto e figli o, in assenza di figli, i genitori) che abbiano ricevuto meno della loro quota di legittima possono impugnare la divisione del patrimonio fatta col testamento e, se ciò non è sufficiente, le donazioni da lui eseguite quando ancora era in vita (partendo dall’ultima e risalendo via via alle prime). Questa azione si chiama azione di riduzione per lesione della legittima. Dunque il figlio che abbia ricevuto una considerevole somma di denaro, che ecceda le necessità e l’obbligo di mantenimento che incombe su ciascun genitore, è tenuto a restituire l’importo agli altri eredi legittimari.

Come donare soldi al figlio per acquisto casa
Alla luce di quanto si è appena detto è bene che, se l’intento del genitore nel donare soldi al figlio è quello di consentirgli l’acquisto di una casa, è bene seguire queste istruzioni:

eseguire l’operazione con bonifico o assegno non trasferibile, non necessariamente alla presenza del notaio;
far indicare, nel rogito notarile di acquisto, la provenienza del denaro: ciò consentirà di evitare di corrispondere le imposte sulla donazione ed eviterà controlli fiscali in capo al figlio.

 

Visto su: La legge per tutti

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