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Affitti, canoni in aumento dell’1,2% nel primo trimestre del 2016

12 Aprile 2016
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Affitti, canoni in aumento dell’1,2% nel primo trimestre del 2016.

Gli affitti ripartono da un incremento dell’1,2% nel primo trimestre dell’anno. Tra opposte tendenze a livello di mercati locali, prevale il segno più sui rendimenti da locazione, a una media di 8,5 euro al mese. I prezzi nel Paese comunque sono stabili, come conferma il dato che vede una modesta variazione dell’1,1% anno su anno.

È quanto emerge dai dati dell’indice dei prezzi delle locazioni del portale idealista, che ha registrato l’andamento dei prezzi di 67.622 abitazioni di 152 comuni.

Per Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’ufficio studi di idealista, “il trimestre appena trascorso è stato caratterizzato da un andamento positivo dei prezzi. Si tratta di un consolidamento di una situazione che vede una domanda stabile, a fronte della quale cala l’offerta (-1,2%). Per questa ragione ci si sposta lentamente verso una lieve tendenza al rialzo”.

Regioni

Sono 11 le macroaree che segnano valori in rialzo dopo l’inverno, contro 6 in campo negativo; stabile l’Emilia Romagna; Molise e Valle d’Aosta non sono rilevabili. Gli incrementi maggiori del periodo spettano al Veneto e al Molise, entrambe allo stesso ritmo di crescita del 3,8%. A seguire troviamo il Lazio o con un balzo del 3,4%; tutte le altre regioni registrano rimbalzi inferiori al 3%, compresi tra il 2,9% della Basilicata e lo 0,1% della Sardegna. All’opposto la performance peggiore spetta alla Campania (-3,1%), la cui tendenza ribassista si conferma anche nel primo quarter dell’anno in corso, dopo che la regione del sud aveva anche segnato la peggiore performance del 2015 con un calo complessivo del 5,6%.

Sul fronte dei prezzi regionali, Lazio stabilmente al top dei rendimenti da locazione con 11,6 euro/m², lo seguono Lombardia (10,7 euro/ euro/m²) e Toscana (9,5 euro/m²). Le richieste più basse da parte dei proprietari si riscontrano in Molise (4,7 euro/m²), che precede due regioni del Sud Italia come la Calabria (4,8 euro/m²) e la Basilicata (5,5 euro/m²).

Province

La provincia è spaccata in due, tra aree che salgono (37) e aree che scendono (sono 40 questo trimestre), mentre i valori di altre 33 zone non sono ancora rilevabili. È proprio a livello provinciale che si registrano le oscillazioni maggiori dei prezzi, a fronte di dati dalle città ancora altalenanti.
A Prato (8,2%), Alessandria (6,9%) e Siena (6,8%) si segnalano i balzi maggiori; altre 6 province volano oltre il 5% (fra queste Firenze e Bologna). All’opposto il tonfo maggiore si registra in provincia di Agrigento (-10,2%).

Nel ranking aree provinciali più care, Milano (13,7 euro/m²) precede Roma (12,5 euro/m²) e Firenze (11,9 euro/m²). Guardando alla parte bassa della tabella, Caltanissetta occupa l’ultima posizione, con soli 4,1 euro mensili.

Città capoluogo

Prezzi in altalena nelle principali città italiane con 39 centri in campo positivo contro 40 ancora in terreno negativo negli ultimi tre mesi.

Trenta centri registrano variazioni superiori alla media del periodo, le più marcate ad Alessandria (8,2%), Cuneo (6,8%) e Prato (6,5%). Dall’altro lato del ranking, Lecco (-9,3%) segna il tonfo maggiore, seguita da Reggio Emilia (-8,6%) e Frosinone (-8,2%).

Anche nelle grandi città italiane la situazione è piuttosto incerta, con Firenze (5,4%) che continua a salire, insieme a Napoli (3,7%) e Bologna (3,3%); canoni in accelerazione anche a Roma (2,3%) e Palermo (1,1%); Bari è stabile (0,1%). All’opposto, i prezzi vanno giù nelle grandi città del nord: a Torino (-2,7%), Genova (-3,4%), Venezia (-3,9%) e soprattutto Milano (-4,2%), che sconta una fase recessiva fisiologica dopo l’Expo.

Nonostante la contrazione registrata nell’ultimo trimestre, Milano resta sempre al top dei valori, con 15,4 euro/m² mensili, raggiunta da Venezia allo stesso livello dei prezzi cittadini. Firenze fa un grosso passo avanti salendo a 14,4 euro/m², precedendo la Capitale con i suoi 14,1 euro/m². Dall’altro lato Caltanissetta (4,2 euro/m²) è la città dove l’affitto costa meno. Il centro siciliano precede Cosenza e Reggio Calabria, dove invece occorrono 4,4 euro al metro quadro mesili.

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