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Acquisto seconda casa, quali sono le spese.

25 Aprile 2018
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Acquisto seconda casa, quali sono le spese.

L’acquisto di una seconda casa comporta spese notarili e il pagamento di imposte. Bisogna tenere presente che in questo caso non sono previsti sconti fiscali e non è neppure possibile usufruire delle detrazioni fiscali del 19% sugli interessi passivi del mutuo. Vediamo quali sono le tasse da pagare.

Al momento della firma di un contratto di compravendita immobiliare, bisogna pagare le imposte, che ricadono sull’acquirente e non sul venditore. Le tasse vengono versate, attraverso il notaio, all’atto del rogito e non prima. Esse si sommano al prezzo di vendita indicato nel compromesso.

Le tasse sulla seconda casa – Le imposte da pagare sull’acquisto della seconda casa variano a seconda che il venditore sia un soggetto privato o un’impresa. Nel primo caso l’atto è soggetto all’imposta di registro, nel secondo si sconta quasi sempre l’Iva. Peraltro, se ad acquistare è un privato, l’Iva non può essere neanche recuperata e grava su di lui come qualsiasi altro costo.

Le tasse da pagare quando si compra da un’impresa costruttrice sono le seguenti:

Iva al 10% del prezzo totale dell’immobile per le abitazioni classificate o classificabili nelle categorie catastali diverse da A/1, A/8 e A/9 (immobili di lusso); invece per le categorie catastali A/1, A/8 e A/9 si sconta l’Iva al 22% (per la prima casa, invece, l’Iva è al 4%);
imposta di registro fissa di 200 euro;
imposta ipotecaria fissa di 200 euro;
imposta catastale fissa di 200 euro.

Ma l’acquisto della seconda casa da una ditta è soggetta a Iva solo se:

il venditore è un’impresa costruttrice o di ripristino dei fabbricati entro cinque anni dall’ultimazione della costruzione o dell’intervento; oppure anche dopo i 5 anni se il venditore sceglie nell’atto di vendita o nel contratto preliminare di assoggettare l’operazione a Iva;
oppure si tratta di vendita di immobili abitativi destinati ad alloggi sociali, per i quali il venditore sceglie nell’atto di vendita o nel contratto preliminare di sottoporre l’operazione a Iva.

In tutti gli altri casi, la vendita della seconda casa da impresa è Iva esente. In tale ipotesi bisognerà pagare:

l’imposta di registro in misura proporzionale del 9% del prezzo totale dell’immobile e comunque mai in misura inferiore a 1.000 euro;
l’imposta ipotecaria fissa di 50 euro;
l’imposta catastale fissa di 50 euro.

Se invece il venditore è un privato, la vendita è sempre Iva esente e bisognerà invece pagare:

l’imposta di registro in misura proporzionale del 9% del prezzo totale dell’immobile e comunque mai in misura inferiore a 1.000 euro;
l’imposta ipotecaria fissa di 50 euro;
l’imposta catastale fissa di 50 euro.

Gli atti assoggettati all’imposta di registro proporzionale e tutti gli atti e le formalità necessarie per effettuare gli adempimenti presso il catasto e i registri immobiliari sono esenti dall’imposta di bollo, dai tributi speciali catastali e dalle tasse ipotecarie.

Spese notarili acquisto seconda casa – Con la registrazione dell’atto di vendita e la relativa trascrizione, il notaio provvede a corrispondere le imposte per conto dell’acquirente. Quest’ultimo però deve pagare anche la parcella del notaio.

Imposta sui rifiuti sulla seconda casa – A meno che non si dimostri che l’immobile non è ammobiliato e che non sono state attivate le utenze, sulla seconda casa (anche se disabitata) deve essere pagata l’imposta sui rifiuti.
Articolo visto su
Tasse per acquisto seconda casa (La legge per tutti)

 

 

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